martedì 9 ottobre 2018

Vajont, 55 anni fa la tragedia

Erano le 22.39 del 9 ottobre 1963 quando oltre 270 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nel bacino sottostante sollevando tre onde colossali, che travolsero e uccisero quasi duemila persone. E' la tragedia del Vajont. Due onde si schiantarono sulle pareti della vallata circostante. La terza strappò via la strada che coronava la diga e si scagliò a valle, verso Longarone. 

Un'onda d'urto che qualche contabile delle tragedie ha misurato di intensità paragonabile a quella della bomba atomica sganciata su Hiroshima. Il disastro rase al suolo varie e tranquille località di Erto e Casso, come la maggior parte di Longarone. Le genti che le abitavano scomparvero nel nulla, inghiottiti dai flutti e dalle macerie.

Erto e Casso, due nomi, un solo comune (del pordenonese), praticamente decimato dal disastro di cui domani si commemoreranno 55 anni. Vajont: un fiume placido che si riversava in un lago voluto dalla Sade, bacino idroelettrico che s'insinuava lentamente nelle fondamenta del monte Toc. Guarda caso, 'patoc', in friulano, significa marcio. 

I residenti sostengono di non aver mai ricevuto l'attenzione che meritavano nonostante l'impegno di Mauro Corona e di Marco Paolini e gli sforzi di varie organizzazioni che hanno concertato una offerta turistica calibrata proprio su quella tragedia. Per diffondere un messaggio più che per trarne profitto.