venerdì 9 novembre 2018

Cosa cambia se il conduttore del Tg lo genera un software

Proprio mentre Donald Trump cacciava dalla Casa Bianca il cronista della televisione americana CNN che lo stava intervistando, a migliaia di chilometri di distanza, alla World Internet Conference di Wuzhen, debuttava un giornalista inquietante. 

L’agenzia di stato cinese Xinhua mandava in onda il primo telegiornale condotto da una intelligenza artificiale. Sullo schermo è apparso un giovane cinese elegante, con un vestito grigio, la cravatta a pallini bianchi, gli occhiali con la montatura trasparente, i capelli ben ordinati: non vi sforzate di trovargli un nome, quel conduttore di telegiornale non esiste. Era una immagine creata da un computer in grado di leggere le notizie del giorno con voce un tantino stentorea però chiara e convincente, muovendosi in modo piuttosto naturale.

Ok, non è ancora perfetto forse, ma ci manca pochissimo. Quel giornalista, scusate se lo chiamo così, parla un perfetto inglese, e ce n’è anche una versione per il pubblico cinese, un tale stempiato con cravatta rossa e senza occhiali, un tantino più allegro chissà perché. 

Secondo Xinhua si tratta di una innovazione formidabile, perché un giornalista così, alimentato dalle news scritte dai veri giornalisti dell’agenzia di stampa, è in grado di lavorare 24 ore al giorno senza battere ciglio (se il software non prevede battiti di ciglia ovviamente), senza mai dare segni di stanchezza, senza protestare mai.