"Mi accingo oggi a firmare il decreto che regola le finestre in base a cui i film dovranno essere prima distribuiti nelle sale e dopo di questo su tutte le piattaforme che si vuole. Penso sia importante assicurare che chi gestisce una sala sia tranquillo nel poter programmare film senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre piattaforme". Lo ha detto il ministro della Cultura Bonisoli nel videomessaggio inviato alla presentazione della ricerca Agis/Iulm 'Spazi culturali ed eventi di spettacolo: un importante impatto sull'economia del territorio" in merito alla polemica che riguarda tra l'altro Netflix.
"Secondo Bonisoli, il decreto consentirà così "ai gestori dei cinema di sfruttare appieno l'investimento per migliorare le sale e offrire un'esperienza di visione sempre più emozionante".
La novità nel decreto attuativo firmato oggi dal ministro Bonisoli per l'uscita in sala dei film italiani è tutta contenuta nell'articolo 2 del provvedimento in cui si ribadisce prima di tutto che la fruizione nella sala cinematografica costituisce "la prima modalità di diffusione al pubblico". Si tratta di uno dei decreti attuativi della legge Cinema approvata nel 2016. E riguarda solo i film italiani.
Sino ad oggi le cosiddette finestre che regolano la programmazione dei film in sala, tv (pay e free) e home video, erano disciplinate solo da una prassi che prevedeva per tutti i film 105 giorni riservati alla sala. Il decreto Bonisoli codifica questa regola dei 105 giorni, che diventa un requisito necessario perché l'opera possa essere ammessa a godere dei benefici di legge (per esempio il tax credit). I 105 giorni decorrono dalla data di prima proiezione al pubblico e in questo arco di tempo "l'opera non è diffusa al pubblico attraverso fornitori di servizi di media audiovisivi, sia lineari che non lineari, ovvero attraverso editori home entertainment" e quindi non può andare in contemporanea su altre piattaforme, come Netflix.