giovedì 19 settembre 2019

Via la carne. "La dieta vegana un'alleata contro il diabete"

Quattro mesi senza carne, e senza cibi derivati dal regno animale. Sedici settimane da vegani, insomma: un sacrificio (per i carnivori incalliti) utile non solo per agire sul peso e sulla composizione corporea, ma anche per migliorare il controllo della glicemia, grazie all'azione sul microbiota intestinale, l'insieme dei miliardi di batteri che albergano nelle nostre viscere e che hanno un ruolo fondamentale nel processo della digestione e nell'assimilazione dei nutrienti. 

Lo sostiene una ricerca presentata al congresso annuale dell'Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD), in questi giorni a Barcellona, condotta da un gruppo di studiosi guidati da Hana Kahleova del Physicians Commitee for Responsible Medicine di Washington, Usa, gruppo di cui fa parte anche l'italiano Andrea Tura dell'Istituto di Neuroscienze del Cnr di Padova.

E i risultati sono decisamente interessanti. Partiamo da quelli immediatamente visibili: i partecipanti del gruppo vegano mostravano una riduzione sensibile del peso corporeo (in media 5,8 chili di meno), dovuta soprattutto a una pronunciata diminuzione della massa grassa (-3,9 chili) e del grasso viscerale. Ma da segnalare sono soprattutto gli effetti non visibili: in primo luogo una maggiore sensibilità insulinica. 

In secondo luogo, la variazione nella composizione del microbiota intestinale, con un aumento del 4,8% di Faecalibacterium prausnitzii, una delle specie batteriche più abbondanti nell'intestino e legata alla salute di quest'organo, così come di Bacteroides fragilis, altra specie batterica che nel gruppo dei vegani era aumentata di quasi il 20%. Questa maggiore presenza di questi microrganismi, dicono gli autori, risulta associata al calo di peso, alle variazioni della composizione corporea e alla maggiore sensibilità all'insulina.


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