martedì 15 ottobre 2019

Treviso, muore paziente. Il medico è senza laurea. «Ora è sparito»

Come medico chirurgo effettuava visite, consulenze e prescrizioni. Come medico chirurgo si era anche fidanzato. E, visto il legame nato con la fidanzata, aveva anche curato una sua parente. Che è però deceduta. E proprio in quel momento, il castello di bugie del 37enne Massimo Rossi, è crollato. Perché l’uomo non si è mai laureato in medicina e chirurgia e tutte le visite mediche e le consulenze le avrebbe fatte esercitando abusivamente la professione. 

Per questo è finito a processo con le accuse di esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona. E non sarebbe il primo guaio con la giustizia, il 37enne sarebbe infatti destinatario anche di varie altre citazioni a giudizio per analoghi reati, dalla sostituzione di persona, alla dichiarazione di false generalità, per arrivare alla truffa e all’appropriazione indebita. A farlo finire nei guai, è stato proprio il decesso della parente della fidanzata, avvenuto a Castello di Godego nel 2014. 

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini per la donna, sofferente di alcune patologie, il medico chirurgo Rossi aveva elaborato una terapia farmacologica. Sembra comunque che la signora non abbia assunto quei farmaci. Forse perché il malore che l’ha stroncata è stato repentino. Ma quando la donna, si è sentita male ed è deceduta, nella sua casa sono arrivati i sanitari del Suem 118. Rossi era presente, e si sarebbe qualificato come un medico, rifiutandosi però di compilare il certificato di morte. 

«Non posso farlo» avrebbe dichiarato, ricorrendo a spiegazioni che avevano insospettito i presenti. Tanto che era partita una segnalazione ai carabinieri di Piombino Dese (Padova), i quali non ci hanno messo a scoprire che in effetti, quel certificato non avrebbe mai potuto firmarlo visto che Massimo Rossi non è medico. E quando la scoperta è diventata di dominio pubblico si sono fatti avanti alcuni dei «pazienti» che l’uomo aveva curato dal 2013 al 2015.


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