domenica 3 novembre 2019

I medici: "Emergenza neonati in crisi di astinenza"

Quattro bambini che piangono e si agitano. Tutti ricoverati nello stesso reparto, la terapia intensiva neonatale del policlinico Casilino di Roma, per lo stesso identico motivo. Sono positivi alla cocaina. In questi giorni nella più grande sala parto della capitale si può osservare una delle conseguenze drammatiche della grande diffusione della droga: l’abuso di sostanze spesso non si ferma nemmeno in gravidanza. E così vengono al mondo bambini che devono subito prendere il metadone e seguire terapie per affrontare i primi giorni di vita, con lo spettro che altri problemi provocati dalle droghe durante la gestazione, come il ritardo neurologico, si presentino più avanti.

Non è, ovviamente, solo un fenomeno circoscritto alla capitale. A Grosseto, ospedale non grande di una città medio-piccola, negli ultimi tre mesi i neonati positivi alla cocaina sono stati tre. A Milano, tra metà settembre e metà ottobre, è stata trovata droga nelle urine di sei bambini appena nati e ieri l’arresto di un uomo di 44 anni che picchiava la compagna ha riportato alla luce il caso di uno dei figli di lei, nato con un’astinenza alla cannabis. A Padova il 20 settembre un bimbo è stato tolto ai genitori perché appena dopo il parto si è scoperto che era sotto effetto di sostanze stupefacenti.

Il neonatologo spiega che di solito i bambini con questi problemi «all’inizio stanno bene, la sindrome di astinenza neonatale inizia dopo un po’. Il bambino diventa agitato, irritabile e bisogna usare barbiturici per sedarlo». Se il neonato non ha sintomi particolari, fondamentale per intercettare il problema, spiega Paolillo, è il ruolo delle ostetriche che anche durante il parto colgono segnali nel comportamento dei genitori. «Spesso quando parliamo con le coppie a rischio, ci danno giustificazioni. Dicono di aver preso un po’ di coca qualche giorno prima a una festa, o magari di aver assunto eroina “ma fumandola, non iniettandola”. Questa è la situazione, e siamo consapevoli del fatto che certamente ci sfuggono dei casi», conclude il primario.





Nessun commento:

Posta un commento