martedì 12 maggio 2020

Banconote false da 5 e 10 euro, Bari prima per sequestri in Italia

I  maestri della contraffazione si nascondono tra Lombardia e Campania. Ma la Puglia è al quinto posto in Italia per numero di banconote false ritirate nel 2019, e al terzo per il numero di sequestri. Lo dice un rapporto predisposto dai carabinieri dell’ Anticontraffazione: è possibile che in Lombardia esista qualcosa di simile a un «distretto» della coniatura clandestina, dove esiste il know-how necessario a produrre le monete da 2 euro, un euro e 50 centesimi (che sono le più copiate), mentre è accertato come dalla Campania provenga l’80% delle banconote contraffatte da 20, 50 e 100 euro (peraltro di ottima qualità) che poi vengono immesse sul mercato.

Ma se il taglio più falsificato in assoluto è quello da 50 euro, i dati dicono che in Puglia lo scorso anno si è registrato il record italiano di ritiri di banconote contraffatte da 5 euro (249) e da 10 euro (1.262), a fronte - per esempio - del reperimento di appena una banconota da 500 euro. In Puglia, poi, a partire da aprile dello scorso anno sono state reperite 277 banconote definite «movie money», un fenomeno diffuso in tutta Europa per il quale la Puglia è seconda a livello nazionale: una sorta di «denaro cinematografico», quasi sempre prodotto in Cina e che si può acquistare sulle piattaforme di ecommerce per fini pubblicitari o come «giocattolo». 

A questo denaro mancano ologrammi e filigrane, e alcune scritte in piccolo avvertono che si tratta di riproduzioni. Ma basta uno sguardo poco attento e queste banconote possono essere scambiate per vere: a Lecce (che sembra essere l’epicentro pugliese di questo fenomeno) lo scorso anno sono state sequestrate 188 banconote, di cui 169 in un singolo sequestro di pezzi da 20 euro.

L’ipotesi è che proprio la vicinanza con la Campania - e i consistenti flussi turistici - possano aver fatto della Puglia una destinazione privilegiata per lo spaccio di denaro contraffatto, anche se lo scorso anno un’operazione dei carabinieri di Massafra ha consentito di arrestare tre italiani che avevano allestito una tipografia clandestina di banconote da 50, 20 e 10 euro: le producevano in digitale e le smerciavano in blocchi, a prezzi tra il 10 e il 30% del valore nominale, salvo poi farsi scoprire quando una donna ha tentato di usarle in negozi della zona.



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