domenica 7 giugno 2020

Floyd: Da Washington a New York contro il razzismo

Donald Trump voleva il dispiegamento di 10 mila soldati per le strade di Washington e di altre città americane per spegnere le proteste. Il presidente Usa avrebbe avanzato la richiesta in un meeting alla Casa Bianca lunedì, ma questa sarebbe stata respinta dal segretario alla Difesa, Mark Esper, e dal capo di Stato maggiore delle Forze armate americane, Mark Milley. Lo riportano diversi media Usa, citando fonti del Pentagono. Esper alla fine mise a disposizione circa 1.600 militari nella regione di Washington pronti a supportare i 5.000 uomini della Guarda nazionale. 

Ma giovedì sera quei 1.600 sono stati richiamati. Milley, nel corso di un confronto molto teso con Trump, avrebbe quindi contestato la legalità di un eventuale decreto del presidente per mobilitare le truppe e avrebbe effettuato una serie di chiamate al Congresso per allertare sulle richieste di Trump, compresa una telefonata alla speaker Pelosi e un'altra al leader dei senatori democratici Schumer.

"Molta meno folla a Washington di quanto previsto": così Donald Trump in tarda serata su Twitter, dopo che per ore migliaia di persone hanno marciato e manifestato per le vie della capitale degli Stati Uniti e davanti alla Casa Bianca. Il presidente americano ringrazia quindi la Guardia nazionale, il Secret Service e la polizia del District of Columbia per il loro "fantastico lavoro". Nessuna parola sulle ragioni e i motivi della protesta. 

E Trump, sempre nel giorno in cui l'America intera ha marciato contro il razzismo e la polizia violenta, aveva rotto un silenzio durato ore twittando 'Law and order!', ordine e legalità. Un messaggio lanciato dall'interno di una Casa Bianca mai cosi' blindata e assediata da decine di migliaia di manifestanti pacifici, che da ore protestano anche per le strade della capitale Washington. 



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