sabato 20 giugno 2020

Lecce, turismo e lavoro nero, con paga di 2 euro all'ora

Dieci ore di lavoro al giorno, sette giorni su sette, per un salario di 700 euro. A conti fatti, poco più di 2 euro l’ora. Questo il trattamento riservato ai lavoratori stagionali da alcuni imprenditori del settore turistico, titolari di lidi e ristoranti, che, facendo leva sulla crisi innescata dall’epidemia, impongono condizioni pesantissime a chi ha necessità di un posto di lavoro. La denuncia, lanciata in un gruppo Facebook, ha fatto molto discutere. Non si tratta, però, di un caso isolato, come testimonia Mirko Moscaggiuri segretario generale della Filcams Cgil Lecce.

«È un caso vergognoso, ma purtroppo non isolato – chiarisce il sindacalista – Lo sfruttamento dei lavoratori nel settore del turismo non è una novità. Possono cambiare le modalità di comunicazione, con il “reclutamento” via Whatsapp, o le giustificazioni, in questo caso il recupero delle perdite per la pandemia. Ciò che non cambia è la condizione di subalternità e di ricatto occupazionale in cui si ritrovano i lavoratori del turismo, e non solo del turismo».

Insomma, quella che sarebbe dovuta essere una straordinaria opportunità per rivedere i nostri modelli di sviluppo e ricalibrarli in un’ottica più sostenibile anche dal punto di vista sociale si sta trasformando nell’ennesima occasione sprecata.


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