martedì 25 agosto 2020

E' morto Arrigo Levi, aveva 94 anni

Difensore dei valori etici e laici, taglio internazionale - parlava e scriveva correntemente in quattro lingue - qualità ed equilibrio che ne fecero il consigliere fidato di ben due presidenti della Repubblica. Arrigo Levi, scomparso stamattina a Roma a 94 anni, è stato senza dubbio uno dei giornalisti italiani con lo sguardo più aperto.

Prima di morire, nella stanza d'ospedale dove ha passato gli ultimi giorni prima di essere trasferito a casa nella capitale, ha cantato l'inno d'Israele (La speranza) e una filastrocca modenese che probabilmente gli era cara dall'infanzia. Era infatti nato a Modena (dove si terrà il funerale in forma strettamente privata) il 17 luglio del 1926, ed aveva iniziato a lavorare come giornalista a Buenos Aires, città nella quale la famiglia si era rifugiata per sfuggire alle persecuzioni razziali e dove lui finisce in carcere giovane studente per aver partecipato alle manifestazioni contro Peron.

Dopo la laurea in Filosofia a Bologna si arruola nell'esercito israeliano, poi lavora alla Bbc, alla Settimana Incom, alla Gazzetta del Popolo per infine approdare al Corriere della Sera nel 1955, prima come corrispondente da Londra, poi da Mosca. Divenne poi direttore de La Stampa nel 1973 e fino al 1978: ''Sarà mio impegno mantenere a La Stampa la sua chiara e forte fisionomia di organo indipendente (...) che con l'ampiezza dell'informazione vuole favorire la crescita di una società italiana illuminata e matura'', dice presentandosi alla redazione.



Nessun commento:

Posta un commento