domenica 3 aprile 2022

Sri Lanka nel baratro, si lotta per sopravvivenza


Lo Sri Lanka è sull’orlo del baratro per la peggior crisi economica degli ultimi decenni causata dal calo vertiginoso, del 70%, di valuta straniera nelle casse dello Stato, impedendo alle autorità di importare beni di prima necessità, dai farmaci al cibo, dal carburante al cemento, e di rimborsare un gravoso debito estero.

I suoi 22 milioni di abitanti sono allo stremo delle forze per il rincaro dei prezzi, conseguenza diretta della costante diminuzione dei prodotti disponibili sul mercato, costretti a lunghe code per acquistare quei pochi beni essenziali ancora in vendita e razionati, oltre a dover sperimentare black-out fino a 10 ore al giorno.

Il malcontento popolare e la crescente preoccupazione per una situazione sempre più disperata sono già esplosi nei giorni scorsi con manifestazioni nelle strade della capitale, sfociate in tentati assalti al palazzo presidenziale e richieste di dimissioni del capo dello Stato, Gotabaya Rajapaksa, i cui discorsi non sono finora riusciti a rassicurare i cittadini. Secondo alcuni analisti, si tratta della peggiore crisi finanziaria da quando, nel 1948, lo Sri Lanka ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito.

“Non c’è nulla da mangiare, nulla da bere. I politici vivono nel lusso e noi chiediamo l'elemosina per le strade. Sono 60 anni che vivo a Colombo ma finora non ho mai visto nulla di simile” ha raccontato ai media Vadivu, una lavoratrice domestica.

La crisi in atto viene valutata come il risultato della cattiva gestione delle finanze pubbliche e dei tagli fiscali intempestivi operati dal governo oltre all'impatto della pandemia di Covid-19. Anche la guerra in Ucraina non ha aiutato: i costi del carburante sono aumentati del 40% in una settimana. Per giunta lo Sri Lanka, uscito soltanto nel 2009 da decenni di guerra civile, è stato colpito da una serie di eventi strazianti.

L'agricoltura ha subito una disastrosa siccità nel 2016, il turismo è stato spazzato via dagli attacchi islamisti della domenica di Pasqua del 2019, uccidendo almeno 279 persone, poi il Covid-19 ha prosciugato le rimesse dei cittadini che vivono all'estero. Il turismo e la diaspora sono due fonti vitali di valuta estera necessarie per pagare le importazioni e rimborsare il gravoso debito estero. 





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