martedì 27 settembre 2022

La sonda Dart ha colpito l'asteroide, arrivate le prime immagini


Sono arrivate dal minisatellite italiano LiciaCube le prime immagini del punto in cui l'asteroide Dimorphos è stato colpito nella notte dalla sonda Dart, nel test di difesa planetaria. Le immagini sono in via di processamento e saranno visibili in giornata. "Abbiamo scaricato 4 immagini, tutte molto interessanti.

L'entusiasmo è alle stelle", ha detto all'ANSA Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Gestita e coordinata dall' Asi e realizzato dall'azienda Argotec, LiciaCube è la prima missione tutta italiana attiva nello spazio profondo, a 13 milioni di chilometri dalla Terra.

L'acquisizione delle immagini "è il più importante ritorno previsto dalla nostra missione", ha detto ancora Pirrotta, che sta seguendo la missione dal Centro di controllo a Torino. E' infatti "il segno evidente che la traiettoria è stata quasi esattamente quella prevista, che il sistema di puntamento ha lavorato bene e che le fotocamere hanno acquisito le foto previste", ha aggiunto.

"E' anche il frutto del lavoro di una bella squadra: per cinque anni ci siamo sentiti quasi ogni giorno", ha osservato riferendosi al gruppo di lavoro che ha partecipato alla missione italiana e del quale, con Asi e Argotec, fanno parte Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata 'Nello Carrara' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac).

La sonda Dart della Nasa ha colpito l'asteroide Dimorphos per deviarne la traiettoria: si è sperimentata così, a 13 milioni di chilometri dalla Terra, una tecnologia che in futuro potrebbe consentire di proteggere il nostro pianeta dall'eventuale impatto di un asteroide minaccioso. Come un fotoreporter cosmico, il minisatellite italiano LiciaCube raccoglierà i primi dati sull'evento.

Mentre la sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test) si avvicinava al bersaglio, la sua telecamera inviava a Terra immagini sempre più dettagliate della superficie irregolare e piena di asperità del piccolo corpo celeste, distante dalla Terra 13 milioni di chilometri. A ogni immagine ravvicinata l'emozione aumentava nel Centro di controllo della Nasa, fino al grandissimo applauso che ha salutato l'impatto.





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