sabato 19 ottobre 2019

Libano, la tassa su Whatsapp scatena il popolo

E' stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso quella della possibile tassa su Whatsapp: migliaia di persone infuriate in strada per chiedere la caduta del regime. Il Libano è a ferro e fuoco in molte città del Paese, compresa la capitale Beirut. Il premier Saad Hariri è apparso in tv per annunciare che ha bisogno di tre giorni di tempo per capire cosa fare con i suoi colleghi, i ministri di un governo di "unità nazionale".

In maniera compatta il Libano è sceso in piazza in tutte le città e le regioni del Paese per dire "basta!" all'intero sistema politico-confessionale. E' una mobilitazione "trasversale", che sembra andare oltre le tradizionali divisioni confessionali e le trincee ideologiche, e che esprime una profonda carenza dei servizi essenziali e delle infrastrutture di base. 

La prima scintilla si era avuta quando la notizia di una nuova tassa - questa volta sull'uso di Whatsapp - aveva scatenato la rabbia di migliaia di persone, provenienti per la maggior parte dalle zone più depresse di Beirut. A gran voce i manifestanti scandiscono lo slogan delle proteste arabe del 2010 e 2011: "il popolo / vuole / la caduta del regime!".


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