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venerdì 23 dicembre 2022

La premier Meloni a Baghdad dai militari italiani


La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, è giunta a Baghdad, in Iraq, dove questa mattina è stata accolta dal premier Mohammed Shia Al Sudani con cui ha avuto un colloquio al Palazzo del governo.

Meloni ha incontrato nella capitale irachena l'ambasciatore italiano Maurizio Greganti e alla base militare Union 3, sede dei Comandi della Missione Nato (NMI) e della Coalizione anti-Daesh (OIR), il comandante della missione, il generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Iannucci, una rappresentanza di militari italiani presenti e il personale del contingente militare italiano in Iraq.

"Casa vostra vede, vi guarda, è fiera dei vostri sacrifici e vi vuole ringraziare per quei sacrifici, se è vero che il Natale si passa in famiglia e che la patria è una madre, allora una madre non può mancare in momenti come questi", ha detto la premier incontrando i militari italiani.

"Noi siamo consapevoli - ha aggiunto - di quello che le nostre forze armate hanno costruito in questo territorio, siamo consapevoli del fatto che il cammino di un'Italia seria, rispettosa e rispettata, credibile e coraggiosa, è stato lastricato dal sacrificio vostro e di tanti prima di voi. E che quindi a voi dobbiamo la nostra testa alta, il nostro passo sicuro. E allora non si può non fare questo gesto simbolico di essere qui a dire grazie, a dire che per quanto siate quattromila chilometri lontani da casa, non siete lontani da casa. Casa vostra sa, vede e ringrazia e io credo che fosse mio dovere essere qui oggi come altri ministri stanno facendo con altri rappresentanti delle forze armate che sono lontani da casa in giorni come questi".





domenica 30 ottobre 2022

Giorgia Meloni omaggia i caduti all'Altare della Patria


Giorgia Meloni ha deposto una corona di alloro all'Altare della Patria sulla tomba del Milite Ignoto. "Rendiamo omaggio a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Nazione", ha poi scritto su Facebook il presidente del Consiglio. "Un passato da onorare e da trasmettere alle nuove generazioni, giorno dopo giorno, per costruire insieme il futuro dell'Italia", ha aggiunto il premier.

Al termine della cerimonia, organizzata in occasione dell'assunzione dell'incarico, Meloni ha lasciato il monumento in auto, senza rilasciare dichiarazioni. Al suo arrivo la premier ha ricevuto degli applausi da un gruppo di sostenitori, che hanno anche intonato il coro "Giorgia, Giorgia". 

Prima di salire in macchina il premier ha salutato con la mano e mandato baci in direzione del pubblico.






lunedì 25 luglio 2022

Brunetta: "Ho sofferto perché mi chiamavano ‘nano’"


Il ministro della Pubblica amministrazione a Mezz'ora in più (Rai 3): «Con Berlusconi si è rotto qualcosa, come in amore»






lunedì 18 luglio 2022

Oltre mille sindaci a sostegno di Draghi. Meloni controcorrente


Ha superato quota 1.000 il numero dei sindaci firmatari della lettera aperta per chiedere a Mario Draghi di restare al governo. Lo fa sapere il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, tra i coordinatori dell'iniziativa con il sindaco di Firenze Dario Nardella.

"Noi Sindaci - così nella lettera -, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo".

All'attacco Giorgia Meloni: "Mi chiedo - afferma la presidente di Fratelli d'Italia - se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l'appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall'Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all'immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo".

Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. "E, indipendentemente da chi li ha votati - dice Meloni -, mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura", conclude la leader di Fratelli d'Italia.

Arriva la replica del sindaco di Firenze, Dario Nardella. "L'attacco ai sindaci e ai presidenti di Regione, che sono i politici più vicini ai cittadini, dimostra un certo nervosismo e una certa aggressività da parte dell'onorevole deputata Meloni. Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse Fdi spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Paese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere".





sabato 28 maggio 2022

L'ultimo saluto a De Mita


In tanti a Nusco per i funerali di Ciriaco De Mita, celebrati dal vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi, Pasquale Cascio.

Partecipa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: ad accogliere il Capo dello Stato, all'esterno della cattedrale, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Presente anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Appena entrati nella cattedrale, Mattarella e Di Maio hanno espresso il proprio cordoglio ai familiari del leader dc morto ieri.

"Da laico cristiano De Mita ha sempre pensato al popolo", ha detto nel corso dell'omelia della cerimonia funebre il vescovo Pasquale Cascio, che ha presieduto il rito con il vescovo emerito di Salerno, Gerardo Pierro. De Mita, ha concluso mons. Cascio, "ha servito il nostro Paese con l'intelligenza della fede"

A Nusco, oltre al governatore Vincenzo De Luca, il sindaco di Benevento Clemente Mastella (a lungo portavoce del segretario dc negli anni Ottanta) e numerosi esponenti della politica, dagli ex ministri Angelino Alfano e Nicola Mancino a Giuseppe Gargani, storico ex dc: "Mi mancheranno i suoi rimproveri", ha detto ai cronisti. A rappresentare la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica saranno Ettore Rosato e Sergio Puglia. 





giovedì 14 aprile 2022

Mastella: 150 multe non pagate. Lui: «Correvo perché in pericolo»


Decine di multe non pagate, circa 150 ricevute da Clemente Mastella, l'ex ministro ora sindaco di Benevento. Multe ricevute per eccesso di velocità o per violazione della Ztl, rimediate soprattutto a Roma o lungo i trasferimenti da Benevento verso la Capitale, ricevute e mai pagate grazie ai ricorsi vinti. Parte da un esposto al prefetto di Benevento presentato dal movimento politico 'Altra Benevento è possibile' l'inchiesta giornalistica delle Iene (in programma stasera) e anticipata oggi da Repubblica, che ha per protagonista lo stesso Mastella.

Nell'esposto al Prefetto dello scorso 17 marzo - inviato anche ai sindaci dei comuni sanniti di Paupisi e Castelvenere - il coordinatore politico del movimento, Gabriele Corona, chiede di accertare l'attendibilità dei ricorsi di Mastella ai verbali per eccesso di velocità dell'auto del Comune di Benevento. In poco più di un'ora - è l'obiezione che muove Corona - il sindaco Mastella di sabato sera non poteva andare a Roma da Paupisi e contemporaneamente rientrare a Castelvenere.

La tesi sostenuta da Mastella è che il notevole rallentamento imposto nella circolazione dal traffico sarebbe stato fonte di potenziale pericolo per la sua persona. «Dalla lettura dei due ricorsi - osserva Altra Benevento nel suo esposto al Prefetto - risulta che la prima violazione è stata registrata alle ore 19,21 dall'autovelox posto nel territorio del comune di Paupisi al km 52 + 690 direzione di marcia verso Caianello. La seconda violazione è stata registrata alle ore 20,24 dall'autovelox posto nel territorio del comune di Castelvenere al km 40 + 300 direzione di marcia verso Benevento. È evidente che quella sera, sabato 8 giugno 2019, in poco più di un'ora, l'auto in uso al Comune di Benevento non poteva, transitando sulla Telesina dal comune di Paupisi, raggiungere Roma e rientrare a Castelvenere nella direzione opposta». Di qui la richiesta di ulteriori accertamenti sui ricorsi.



giovedì 17 febbraio 2022

Milleproroghe: caos in commissione, il governo va sotto 4 volte


Caos nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla Camera durante l'esame delle modifiche al dl Milleproroghe. Il governo nella notte è andato sotto quattro volte, secondo quanto si apprende, e in alcuni casi la maggioranza si è spaccata.

Contro il parere dell'esecutivo sono passati gli emendamenti che prevedono il dietrofront sull'Ilva e sul tetto al contante così come sono state approvate norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali. Duro scontro anche sul tema della giustizia fra il Pd e la Lega. 

La maggioranza si spacca durante l'esame degli emendamenti. La Lega e FI votano con FdI una retromarcia sul contante: il tetto che dallo scorso primo gennaio è sceso a mille euro torna ora per un anno a duemila euro. La modifica sposta infatti l'entrata in vigore della soglia più bassa dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. La modifica è passata, secondo quanto viene riferito, per un solo voto con il parere contrario del governo.

"Ore 2.52. Le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio approvano il #bonuspsicologo. Grazie al governo per il lavoro fatto, ai gruppi parlamentari per il sostegno, a tutti coloro che ci hanno creduto. Si va in aula alla Camera. Un passo avanti decisivo". Lo annuncia su Twitter Filippo Sensi, deputato del Pd.
 
"Grazie anche al MoVimento 5 Stelle, nella notte di oggi è arrivato l'ok delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio al bonus psicologico. Un primo e importante passo per tutelare la salute mentale, anche dopo i segni lasciati dalla pandemia. Ora compatti per l'approvazione in Aula". Lo scrive in un tweet il Deputato Questore Francesco D'Uva.





martedì 8 febbraio 2022

L'Ue ha approvato il Chips Act


"Il Collegio dei commissari ha approvato l'European Chips Act", ci permetterà "di raddoppiare la produzione di semiconduttori entro il 2030". Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. 

L'European Chips Act, approvato oggi dalla Commissione europea, mobiliterà oltre 43 miliardi di euro per la produzione di semiconduttori in Europa, tra fondi pubblici e privati. "Si tratta di 15 miliardi di investimenti pubblici e privati aggiuntivi entro il 2030, oltre ai 30 miliardi già previsti da Next Generation Eu, da Horizon Europe e dai bilanci nazionali", ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. L'Eu Chips Act cambierà le regole del gioco", ha aggiunto.

"Il Chips Act europeo cambierà le regole del gioco per la competitività globale del mercato unico europeo. A breve termine, aumenterà la nostra resilienza alle crisi future, consentendoci di anticipare ed evitare interruzioni della catena di approvvigionamento. E a medio termine, contribuirà a rendere l'Europa un leader industriale in questo settore strategico".

"La chiave del nostro successo - ha aggiunto la presidente - risiede negli innovatori europei, nei nostri ricercatori di livello mondiale, nelle persone che hanno fatto prosperare il nostro continente nel corso dei decenni".

Per la presidente della Commissione europea, "l'Europa è il Continente dove tutte le rivoluzioni industriali sono cominciate e può essere la casa anche della prossima rivoluzione industriale". "L'Europa - ha aggiunto la presidente - costruirà partnership per la produzione di chip con i Paesi con cui la pensiamo allo stesso modo, come gli Stati Uniti o il Giappone", che vadano a garantire "un equilibrio tra le dipendenze e l'affidabilità". 





lunedì 7 febbraio 2022

Lo strappo di Luigi Di Maio fa salire la pressione nel Movimento


Dopo giorni di tensioni e accuse tra i 5 Stelle, il ministro Luigi Di Maio prende l'iniziativa e scrive al presidente del M5S Giuseppe Conte e al 'garante' Beppe Grillo. Una lunga lettera per annunciare le sue dimissioni dal Comitato di garanzia del Movimento. Ma anche per ribadire la necessità di ascoltare "le tante voci esistenti, e mai reprimerle".

"Sono state giornate intense - scrive Di Maio - L'elezione del Presidente della Repubblica è un momento importante per la democrazia parlamentare, un momento in cui viene fatta una scelta che segna la storia della Repubblica per i successivi sette anni. Dopo la rielezione del presidente Sergio Mattarella, ho proposto di avviare una riflessione interna al Movimento. Penso che all'interno di una forza politica sia fondamentale dialogare, confrontarsi e ascoltare tutte le voci".

Il ministro degli Esteri, primo capo politico del M5s, ribadisce: "Tutte le anime, anche chi la pensa in maniera diversa, devono avere spazio e la possibilità di esprimere le proprie idee. E lo dico perché anche io in passato ho commesso degli errori su questo aspetto, errori che devono farci crescere e maturare. Sarebbe sbagliato, invece, fare passi indietro".

Di Maio sottolinea le tensioni dell'ultima settimana, che lo hanno contrapposto a Conte. "Tutti avranno notato - scrive - che in questi giorni il dibattito interno è degenerato, si è iniziato a parlare di scissioni, processi, gogne. Si è provato a colpire e screditare la persona. Mi ha sorpreso, anche perché è proprio il nuovo statuto del Movimento che mette l'accento sul rispetto della persona".

Il ministro cita anche il lavoro di mediazione attivato da più parti: "Ho apprezzato molto il tentativo di chi in questi giorni, a partire dai capigruppo e da Beppe Grillo, ha provato a favorire un dialogo sereno e super partes, tra diverse linee di pensiero".

Poi aggiunge: "Continuo a pensare che sia fondamentale confrontarsi dentro il Movimento, perché il Movimento è casa nostra, ed è fondamentale ascoltare le tante voci esistenti, e mai reprimerle".

Così Di Maio disegna il suo ruolo: "Io sarò tra le voci che sono pronte a sostenere il nuovo corso, mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa andrebbe migliorato. Qui si vince o si perde tutti insieme, perché siamo una comunità che si basa sulla pluralità di idee, soprattutto in questo momento difficile per il Movimento 5 Stelle, che deve però riuscire a trovare le soluzioni per difendere la dignità dei cittadini e sostenere il mondo produttivo ancora alle prese con la pandemia".

Poi chiama in causa Conte: "Spetta al presidente fare la sintesi e tracciare la strada da seguire. Ma l'ascolto è importantissimo". Ecco, dunque, perché ha maturato la decisione di lasciare il Comitato di garanzia: "Mi rendo conto che per esprimere queste idee, seppur in maniera propositiva e costruttiva, non posso ricoprire ruoli di garanzia all'interno del Movimento. Non lo ritengo corretto. Per questo motivo, ho deciso di dimettermi da presidente e membro del Comitato di Garanzia del MoVimento 5 Stelle".





sabato 15 gennaio 2022

Pd e cinquestelle fanno muro: "Berlusconi divisivo e irricevibile"


L'esito del vertice di centrodestra non arriva certo come un fulmine a ciel sereno. Che Silvio Berlusconi stesse preparando il terreno per un via libera degli alleati alla sua corsa al Quirinale era notizia nota da settimane.

Ma il centrosinistra forse non si aspettava, o almeno era questa la speranza, che Matteo Salvini e Giorgia Meloni acconsentissero a scriverlo nero su bianco in una nota ufficiale, lanciandone di fatto la candidatura, tanto più dopo quelle che erano state lette come 'aperture' nei giorni scorsi da parte del leader leghista e, soprattutto, dopo i ripetuti avvertimenti sul netto no al nome del Cavaliere lanciati sia dal Pd che dal Movimento 5 stelle.

Dunque, la reazione a caldo di Enrico Letta e Giuseppe Conte è di totale chiusura: "No a nomi divisivi", ribadisce il leader dem, mentre fonti del Nazareno lasciano filtrare "delusione e preoccupazione".

Ancor più categorico il leader M5s: "E' per noi un’opzione irricevibile e improponibile. Il centrodestra non blocchi l'Italia", afferma.

Sulla stessa linea Leu: "La candidatura di Berlusconi è francamente irricevibile ed è l'esatto contrario di quello che servirebbe in questa difficile e complessa fase della storia nazionale", sostiene il capogruppo Federico Fornaro, che poi esplicita il pensiero comune degli alleati: è una "decisione che complica il percorso e rappresenta un macigno posto deliberatamente dal centrodestra sulla strada maestra di una ricerca condivisa di un Presidente della Repubblica".

Non è tenero nemmeno il commento di Carlo Calenda, che imputa al centrodestra e allo stesso Berlusconi "mancanza di senso del limite". Poi mette in guardia: "Si vuole andare incontro a una crisi di Governo?". 





martedì 11 gennaio 2022

E' morto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli


Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è morto. La notizia in un tweet del portavoce, Roberto Cuillo. Sassoli è deceduto alle 1.15 al Cro di Aviano dove era ricoverato al Centro di riferimento oncologico, oggi dopo un ricovero per una grave complicanza legata a una disfunzione del sistema immunitario di cui il Paese era venuto a conoscenza solo poche ore prima. "Data e luogo dei funerali saranno comunicati nelle prossime ore", scrive Cuillo. 

Tre mandati da europarlamentare, l'ultimo dei quali culminato con l'elezione a presidente dell'assise di Strasburgo, dopo una carriera da giornalista ricca di riconoscimenti e traguardi.

Sassoli, nato a Firenze il 30 maggio 1956, giornalista professionista dal 1986, è stato vicedirettore del Tg1 Rai dal 2006 al 2009. Eletto quell'anno parlamentare europeo per il Partito Democratico, ha svolto il ruolo di capo della delegazione Pd all'interno dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici. Rieletto alle Europee del 2014, è stato vicepresidente del Parlamento europeo da luglio 2014 a maggio 2019.

Figlio d'arte, visto che il padre era pure giornalista e per questo si era trasferito a Roma, Sassoli aveva studiato nella capitale, frequentando il liceo classico Virgilio e poi la facoltà di Scienze politiche La Sapienza di Roma. Non ha terminato gli studi universitari perchè ha iniziato molto giovane l'attività di giornalista. Ha lavorato al quotidiano Il Tempo, all'agenzia di stampa Asca, nella redazione romana de Il Giorno, e poi è stato assunto in Rai nel 1992.

Anche la sua formazione politica comincia da giovane, frequentando ambienti dello scoutismo, poi nella Rosa Bianca, associazione di cultura politica che riuniva gruppi di giovani provenienti dall'associazionismo cattolico (Aci, Fuci, Acli), e negli anni '80 partecipa all'esperienza della Lega Democratica, un gruppo di riflessione politica animato da Pietro Scoppola, Achille Ardigo', Paolo Prodi, Roberto Ruffilli. Sposato, due figli, tifoso della Fiorentina, è tra i fondatori di Articolo 21. 





martedì 21 dicembre 2021

Falsi vaccini, le foto del leader no-vax con Salvini


Filippo Accetta, uno dei no-Vax indagati per i falsi vaccini dalla Digos di Palermo, i primi giorni dello scorso mese di agosto era tra i partecipanti alla cena, con il leader della Lega Matteo Salvini al 'Taco Loco', un ristorante di Palermo.

Una serata organizzata dal deputato regionale Vincenzo Figuccia, segretario provinciale della Lega a Palermo, al quale il leader no-vax era molto legato fino a due mesi fa.

Ci sono anche video e manifesti che testimoniano il legame di Accetta con la Lega, in particolare quelli che mobilitarono il Carroccio per il referendum sulla giustizia con lo slogan 'Chi sbaglia paga'. I rapporti si sarebbero successivamente interrotti.

"Ultimamente si era dato ai no-Vax", dice Figuccia, che preferisce non aggiungere altro. Accetta era pronto anche a candidarsi per le elezioni comunali della prossima primavera a Palermo. Ci sono anche dei volantini che lo ritraggono con la scritta 'candidato al Comune di Palermo 2022'. Una storia complessa, quella di Filippo Accetta: originario dello Zen, ex leader degli ambulanti, nel gruppo di ex detenuti e disoccupati 'Sentinelle del verde' che avevano ottenuto un impiego come volontari a tutela delle aiuole e che avevano rivendicato un processo di stabilizzazione che però non aveva avuto esito positivo, fino ad approdare alle battaglie no vax.

Il figlio Vittorio, che ha un Caf, ha fondato qualche anno fa anche un movimento 'Audaces Palermo'. 






giovedì 25 novembre 2021

Arriva il Super Green pass a tempo, ecco cosa cambia


Obbligo vaccinale e terza dose; estensione dell'obbligo del vaccino a nuove categorie; istituzione del Super Green pass a partire dal 6 dicembre; rafforzamento dei controlli e campagne promozionali sulla vaccinazione. Sono questi i quattro ambiti di intervento previsti nel decreto legge varato oggi che detta "misure urgenti" per evitare che la pandemia dilaghi e il Paese si fermi.

TERZA DOSE - Il decreto legge prevede di estendere l'obbligo vaccinale alla terza dose per i sanitari a decorrere dal 15 dicembre prossimo e con esclusione della possibilità di essere adibiti a mansioni diverse. Inoltre si ricorda che è già consentito l'anticipo della terza dose dopo 5 mesi dalla seconda. Il governo inoltre ha annunciato di volere aprire dal 1 dicembre la terza dose agli over 18 e manifestato l'intenzione di avviare campagne vaccinali, se autorizzate, per la fascia di età 5-12 anni.

OBBLIGO PER PROF E FORZE ORDINE - Dopo le categorie sanitarie, l'obbligo vaccinale viene esteso anche a tutto il personale scolastico e a quello del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Il Governo ha fissato al 15 dicembre la data in cui entra in vigore l'immunizzazione obbligatoria. Nel dettaglio le nuove categorie coinvolte saranno personale amministrativo della sanità, docenti e personale amministrativo della scuola, militari, forze di polizia (compresa la polizia penitenziaria) e personale del soccorso pubblico.

GREEN PASS RAFFORZATO - La durata di validità del Green pass viene ridotta dagli attuali 12 a 9 mesi. L'obbligo di Green pass viene esteso a ulteriori settori: alberghi; spogliatoi per l'attività sportiva; servizi di trasporto ferroviario regionale e interregionale; servizi di trasporto pubblico locale. A decorrere dal 6 dicembre arriva il Green pass rafforzato: vale solo per coloro che sono o vaccinati o guariti e serve per accedere ad attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla. Gli ambiti sono gli spettacoli, gli spettatori di eventi sportivi, la ristorazione al chiuso, feste e discoteche, cerimonie pubbliche.

In caso di passaggio in zona arancione, le restrizioni e le limitazioni non scattano, ma alle attività possono accedere i soli detentori del Green pass rafforzato. Dal 6 dicembre 2021 e fino al 15 gennaio 2022 è previsto che il Green Pass rafforzato per lo svolgimento delle attività, che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla, debba essere utilizzato anche in zona bianca. In zona bianca, però, sarà valido anche il pass ottenuto con il tampone per accedere a ristoranti all'aperto, palestre, piscine e in generale alle attività sportive.

CONTROLLI RAFFORZATI - Il decreto prevede un rafforzamento del sistema dei controlli: entro 3 giorni dall'entrata in vigore del dl, i Prefetti sentono il Comitato provinciale ordine e sicurezza ed entro 5 giorni adottano il nuovo piano di controlli, a livello provinciale, coinvolgendo tutte le forze di polizia. Si tratta di controlli "costanti" di cui le prefetture sono obbligate a redigere una relazione settimanale da inviare al Ministero dell'interno.

MASCHERINE - La questione è stata posta ma il governo non è intervenuto sul punto, così valgono le disposizioni fin qui in vigore. In zona bianca la mascherina non è obbligatoria all'aperto, ma va indossata in tutti i luoghi chiusi diversi dalla propria abitazione, compresi i mezzi di trasporto pubblico (aerei, treni, autobus) e in tutte le situazioni in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o siano possibili assembramenti. E' invece obbligatoria all'aperto e al chiuso in zona gialla, arancione e rossa.

TAMPONI E CERTIFICATO - Ai fini del Green pass sono confermate sia le tipologie che la durata dei test. Il Certificato resta valido in caso di un tampone molecolare negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti o rapido nelle 48 ore precedenti.






giovedì 18 novembre 2021

Conte, "Via da tv Stato". Malessere in M5s su metodo e linea


L’alzata di scudi di Conte non era stata concordata con i gruppi ma solo con i ministri (ma non Di Maio), l'ex premier si è mostrato alle tv per portare fuori il Movimento 5 stelle fuori dalla tv di Stato. Per la partita sulle nomine che lascia comunque i pentastellati scontenti. Sia per l'epilogo ma anche per la decisione dell'ex premier di scegliere l’Aventino televisivo. "Sta dicendo che ha provato a lottizzare la Rai e non c'è riuscito", taglia corto un 'big' del Movimento 5 stelle.

Al di là delle ragioni del giurista pugliese è la linea che ha scelto che lascia molti esponenti del Movimento 5 stelle perplessi. Per la rivendicazione di un posto di potere, con esponenti politici come Calenda che affondano il colpo: "Mi chiedono spesso perche' considero i Cinque stelle un male per la politica. Anche per questa roba qui".

Sconcerto pure tra molti 'big' dem. Ma la divisione plastica è con Di Maio che non è su una linea 'oltranzista'. Non ha fatto la guerra sulle nomine, anzi esponenti degli altri partiti della maggioranza confermano che il ministro degli Esteri non si è messo di traverso alla scelta della Maggioni al tg1 da parte dell'ad di viale Mazzini.

Lo schema che ha portato alla conferma di Sangiuliano al tg2 e alla sostituzione di Orfeo con Sala al tg3 lascia fuori l’attuale direttore del tg1 Carboni. "Poteva andare a dirigere la radio", osserva una fonte, "ma non siamo riusciti neanche in questo obiettivo".    

"A partire da oggi il Movimento 5 stelle non fara' piu' sentire la sua voce nei canali del servizio pubblico ma altrove e vorra' dire che continueremo le nostre battaglie con piu' forza facendo appello diretto e chiedendo il sostegno di tutti i cittadini italiani”, protesta Conte che si chiede anche quale ruolo abbia giocato il governo.

Ma le parole dell'ex presidente del Consiglio sono accolte con scetticismo dalla maggioranza dei parlamentari. "Un conto è fare una battaglia di questo tipo prima delle nomine, un altro è portarla avanti dopo per mostrarsi sconfitto. Non serve", il 'refrain' tra 'big' e 'peones', "non fa parte del nostro Dna comportarci in questo modo sulla Rai".

Malessere che si accompagna all'attesa per la definizione della struttura M5s. L'orientamento di Conte era quello di completare la squadra entro il fine settimana ma le nomine interne potrebbero slittare. "Così tiene tutti sulla graticola, il sospetto è che voglia bruciare i nomi”, protesta un deputato.




mercoledì 10 novembre 2021

Spadafora fa coming out in tv, sono omosessuale


"Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma penso anche chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più".

E "io l''ho fatto anche per me stesso perché ho imparato forse molto tardi che è molto importante volersi bene e rispettarsi..".

Vincenzo Spadafora, deputato M5S, ospite di Che tempo che fa su Rai tre fa coming out in Tv e si commuove affrontando il tema della sua omosessualità, che per la prima volta dichiara pubblicamente anche nel suo libro 'Senza riserve, in politica e nella vita". 

Ci sono, spiega "due motivazioni" che lo hanno portato a farlo, "una ragione - sottolinea riprendendo il discorso dopo un lungo applauso - è molto politica, per testimoniare il mio impegno politico, per tutti quelli che tutti i giorni combattono per i propri diritti e hanno meno possibilità di farlo rispetto a quante ne ho io grazie al mio ruolo. Ma anche una testimonianza di tipo religioso, io sono un cattolico che crede molto nella propria fede, può sembrare in contraddizione ma non lo è affatto. In politica l'omosessualità viene usata anche per ferire, per colpire l'avversario, con un brusio che io stasera volevo spegnere. Spero di essere considerato per quel che faccio, per quel che sono, e da domani forse sarò più felice perché mi sentirò più libero".






mercoledì 3 novembre 2021

Senato approva il testo unico sulle malattie rare, è legge


È legge, finalmente. Appena approvato all'unanimità in sede deliberante in commissione il testo unico su malattie rare.

Un aiuto concreto ai pazienti e alle loro famiglie e un esempio di buona politica. Ora bisogna attuare le normative in tutte le regioni, mettere a sistema l'esistente , aggiornare il piano per le malattie e rare ogni tre anni. Il testo é un nuovo inizio, la giustezza di un Servizio Sanitario si misura da come trattiamo le malattie rare. Oggi è una buona giornata". Lo dice la presidente della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama Annamaria Parente.

"Il Testo unico sulle Malattie rare, di cui sono stata relatrice e tra le prime proponenti, è stato votato oggi all'unanimità dalla Commissione Sanità del Senato in sede deliberante. È una soddisfazione enorme, adesso occorre accelerare sui decreti attuativi. È un provvedimento che dà finalmente dignità alle persone con malattie rare e ai loro familiari". Così Paola Binetti, senatrice Udc e relatrice del Testo unico sulle Malattie rare, approvato oggi in via definitiva.

"In Senato è appena stato approvato il testo unico sulle malattie rare che assorbe diversi disegni di legge, tra cui quello da me presentato a inizio legislatura. E' una vittoria per i pazienti, per le loro famiglie, per l'Italia intera. E' un importantissimo passo avanti per i 2 milioni di malati rari in Italia". Così il senatore Udc, Antonio De Poli, commenta l'approvazione, in sede deliberante, in Commissione Sanità in Senato, del Testo Unico sulle malattie rare.

Quella di una legge sulle malattie rare, aggiunge, "è una battaglia che l'Udc porta avanti da anni e che finalmente taglia il traguardo". "In questo anno e mezzo di pandemia - prosegue il senatore - abbiamo imparato a lottare e contrastare un nemico comune. Anche oggi, con questo risultato concreto, dimostriamo quanto sia importante fare squadra, al di là dei colori politici, per difendere il diritto alla salute di tutti i cittadini e non lasciare indietro nessuno". La nuova legge, conclude De Poli, "garantirà assistenza e cure adeguate ai pazienti, sostegno alle loro famiglie e soprattutto incentiverà la produzione e ricerca dei cosiddetti farmaci orfani che, in assenza di incentivi, non sarebbero redditizi".






domenica 31 ottobre 2021

Accordo al G20 sul clima, tetto entro 1,5 gradi

Il G20 ha trovato l'accordo sul tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale.

Lo riferiscono fonti diplomatiche. La dichiarazione finale del G20 fa riferimento alla scadenza di "metà del secolo" per il raggiungimento delle emissioni zero, fanno sapere fonti dell'E
liseo, sottolineando che si è tenuto conto delle "diversità" nelle posizioni di alcuni Paesi, come India, Cina e Indonesia. Ci sono "buone speranze" di arrivare a un "testo conforme alle nostre ambizioni", aggiungono le stesse fonti. 

LA BOZZA - La dichiarazione finale del G20 di Roma fa riferimento alla scadenza di "metà del secolo" per il raggiungimento delle emissioni zero.

Lo riferiscono fonti dell'Eliseo, sottolineando che si è tenuto conto delle "diversità" nelle posizioni di alcuni Paesi, come India, Cina e Indonesia. Il documento finale del G20 conferma il fondo per il clima da 100 miliardi per il sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Lo apprende l'ANSA da fonti diplomatiche, secondo le quali la bozza finale del testo sottolineerebbe "l'importanza" di rispettare quell'impegno già fissato.

Dobbiamo agire "rapidamente per evitare conseguenze disastrose" sul clima", ha detto il premier Mario Draghi, aprendo un evento a latere del G20 sul "Ruolo del settore privato nella lotta ai cambiamenti climatici", alla presenza del principe Carlo d'Inghilterra. "La lotta al clima è la sfida del nostro tempo. O agiamo ora e affrontiamo i costi della transizione e riusciamo a renderla più sostenibile o rinviamo e rischiamo di pagare un prezzo più alto dopo e il fallimento", dice il premier. "La presidenza italiana del G20 vuole spingere la crescita economica e renderla più sostenibile: lo dobbiamo ai cittadini, al pianeta e alle future generazioni", dice il premier.

"Sono grato al premier Draghi per aver riconosciuto l'importanza di certi temi e averli messi al centro di questo evento", ha detto il principe Carlo al G20. "Abbiamo una responsabilità enorme nei confronti delle generazione di chi non è ancora nato". "Ho dedicato gli ultimi 40 anni ai temi ambientali, ultimamente ho notato un cambiamento nell'atteggiamento generale", ha sottolineato il primogenito della Regina Elisabetta.






venerdì 8 ottobre 2021

Dallo stadio alle discoteche, le nuove capienze


Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge che detta, tra l'altro, "disposizioni urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative". Le nuove disposizioni entrano in vigore lunedì prossimo, 11 ottobre.

Ecco le principali.

TEATRI, CINEMA, CONCERTI - In zona bianca, per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all'aperto, la capienza consentita è del 100 per cento di quella massima autorizzata sia all'aperto che al chiuso. Inoltre l'accesso è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19.

MUSEI - Nelle strutture museali è stata eliminata la distanza interpersonale di un metro.

PUBBLICO A EVENTI E COMPETIZIONI SPORTIVE - La capienza consentita non può essere superiore al 75 per cento di quella massima autorizzata all'aperto e al 60 per cento al chiuso.

DISCOTECHE - La capienza nelle sale da ballo, discoteche e locali assimilati non può essere superiore al 75 per cento di quella massima autorizzata all'aperto e al 50 per cento al chiuso. Nei locali al chiuso deve essere garantita la presenza di impianti di aerazione senza ricircolo dell'aria.

SANZIONI - In caso di violazione delle regole su capienza e green pass nei settori di spettacoli, eventi sportivi e discoteche, la chiusura si applica dalla seconda violazione.