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domenica 2 luglio 2023

L'Oms potrebbe dichiarare 'possibile cancerogeno' l'aspartame


L'International Agency for Research on Cancer (Iarc), l'agenzia dell'Oms specializzata nella ricerca sul cancro, potrebbe presto classificare il dolcificante aspartame come "possibile cancerogeno per l'uomo".

È quanto anticipa la Reuters sul proprio sito citando fonti anonime. L'ufficializzazione della notizia è attesa per il prossimo 14 luglio, quando sarà resa disponibile la monografia Iarc dedicata all'aspartame e la valutazione sarà pubblicata sulla rivista Lancet Oncology.

L'aspartame è uno dei più diffusi dolcificanti in commercio. È presente in numerosi prodotti, dalle bevande a cibi industriali fino ad alcuni farmaci. Una prima valutazione effettuata all'inizio degli anni Ottanta ne aveva confermato la sicurezza definendo la dose massima a 40 mg al giorno per chilo di peso corporeo.

A più di 40 anni di distanza giunge oggi la nuova valutazione dello Iarc per decidere sulla capacità della sostanza di favorire lo sviluppo di tumori. Il gruppo di lavoro si è riunito dal 6 al 13 giugno scorsi. Mentre in questi giorni (27 giugno-6 luglio 2023) è in corso la riunione di un diverso gruppo di lavoro Oms-Fao che dovrà decidere la dose sicura per la sostanza. "Le due valutazioni sono complementari", afferma lo Iarc. "Ecco perché il risultato delle valutazioni sarà reso disponibile insieme".

Il sistema di classificazione dell'agenzia dell'Oms prevede quattro categorie: il gruppo 1 è destinato alle sostanze per cui ci sono sufficienti prove di cancerogenicità; le sostanze inserite nei gruppi 2A (probabile cancerogeno) e 2B (possibile cancerogeno) sono considerate potenzialmente in grado di favorire lo sviluppo di tumori, ma con differenti livelli di forza delle prove scientifiche disponibili. L'ultimo gruppo è riservato alle sostanze per cui non siano disponibili prove di cancerogenicità.

Secondo l'anticipazione Reuters, l'aspartame sarebbe stato inserito nella categoria dei 'possibili cancerogeni', in cui, al momento sono presenti 322 sostanze.





lunedì 10 aprile 2023

Entro il 2030 i primi vaccini contro il cancro, annuncia Moderna


Potrebbero arrivare entro il 2030 i primi vaccini al mondo contro il cancro, le malattie cardiovascolari e quelle auto-immuni. L'annuncio di una prossima rivoluzione nella medicina che permetterà di salvare milioni di vite grazie a vaccini personalizzati è arrivato dall'azienda americana Moderna, in base a quanto riferisce il Guardian.

L'esperienza maturata con il vaccini anti-Covid, precisa Moderna, ha permesso agli studi sui vaccini anti-cancro di far accelerare la ricerca, tanto che l'equivalente di 15 anni di progressi sono stati raggiunti in soli 12-18 mesi.

Secondo il dottor Paul Burton, direttore sanitario di Moderna, l'azienda potrà offrire questi vaccini in appena cinque anni. "I vaccini che arriveranno - spiega Burton - saranno molto efficaci, e salveranno centinaia di migliaia se non milioni di vite. Credo che saremo in grado di offrire vaccini personalizzati anti-cancro contro numerosi diversi tipi di tumore alla popolazione mondiale".

I vaccini anti-cancro funzioneranno in questo modo: come primo passo una biopsia sulle cellule tumorali identificherà le mutazioni non presenti nelle cellule sane. Successivamente un algoritmo identificherà quali mutazioni stanno determinando la crescita del tumore e sono in grado di attivare il sistema immunitario. Verrà quindi creata una molecola di Rna messaggero (mRna) con le istruzioni per produrre gli antigeni che causeranno una risposta immunitaria. La mRna, una volta iniettata, si tradurrà in parti di proteine identiche a quelle presenti nelle cellule tumorali. Le cellule immunitarie li incontrano e distruggono le cellule tumorali che trasportano le stesse proteine.






martedì 14 febbraio 2023

Epilessia, 50 milioni di malati nel mondo.


Nel mondo più di 50 milioni di persone convivono con l'epilessia, che rappresenta una delle prime cinque cause di disabilità neurologica ed è responsabile di 125mila decessi all'anno. Sono alcuni dei dati diffusi in occasione della Giornata Internazionale dell'Epilessia che si celebra oggi 13 febbraio.

Quest'anno, il tema della Giornata è il contrasto allo stigma che affligge le persone che sono affette dalla malattia. "L'epilessia colpisce quasi ogni aspetto della vita della persona a cui è stata diagnosticata la condizione", ha affermato in una nota Francesca Sofia, presidente dell'International Bureau for Epilepsy (IBE).

"Per molte persone che vivono con l'epilessia, lo stigma associato alla condizione è spesso più difficile da affrontare rispetto alla malattia stessa".

Per questa ragione lo scorso anno l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato un piano dedicato (Intersectoral Global Action Plan on Epilepsy and other Neurological Disorders) che mira a ridurre lo stigma, migliorare l'accesso alle cure e la migliorare la qualità della vita delle persone con disturbi neurologici, dei loro caregiver e delle loro famiglie. Il piano si pone inoltre l'obiettivo che l'80% dei Paesi abbia sviluppato o aggiornato la propria legislazione per promuovere e proteggere i diritti delle persone con epilessia entro il 2031.

In occasione della Giornata in tutto il mondo si terranno eventi di informazione e sensibilizzazione, come la tradizionale illuminazione dei monumenti di di viola, il colore della lotta all'epilessia.





giovedì 5 gennaio 2023

Scoperte mutazioni del Dna legate a grave tumore bimbi


Identificate grazie alla bioinformatica alcune rare varianti genetiche che predispongono al neuroblastoma, un tumore maligno del sistema nervoso che ogni anno colpisce circa 15.000 bambini e adolescenti nel mondo, più di un centinaio in Italia, ed è considerato la prima causa di morte e la terza neoplasia per frequenza dopo le leucemie e i tumori cerebrali dell'infanzia.

Il risultato, che apre nuove prospettive per la diagnosi precoce e il trattamento personalizzato della malattia, è pubblicato sulla rivista eBioMedicine dai ricercatori guidati da Mario Capasso e Achille Iolascon del Ceinge, rispettivamente professore associato e ordinario di Genetica Medica dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

La ricerca, finanziata da Open Onlus, Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma e Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, si basa sull'analisi della più ampia casistica mai studiata fino a oggi. Tutti i dati genetici sono stati resi disponibili in un database online che altri studiosi potranno liberamente consultare per sviluppare nuove ricerche.





sabato 5 novembre 2022

Influenza, vaccino riduce del 22% il rischio di ictus


Vaccinarsi contro l'influenza protegge anche contro l'ictus.

È quanto mostra uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Calgary (Canada) e pubblicato su The Lancet Public Health, che ha fatto rilevare, tra chi si è vaccinato, un'incidenza inferiore del 22% del rischio ictus nei 6 mesi successivi alla somministrazione rispetto a chi non si è vaccinato.

Lo studio ha preso in esame le cartelle cliniche di oltre 4 milioni di persone per un periodo di 10 stagioni influenzali (2009-2018), nel corso del quale sono stati registrati 38.126 eventi di ictus.

L'analisi dei ricercatori ha permesso di stimare che nei sei mesi successivi alla vaccinazione antinfluenzale il rischio di ictus si riduceva e la protezione riguardava tutti i tipi di ictus. I vantaggi erano maggiori nei maschi (-28%) rispetto alle femmine (-17%), "forse perché gli uomini non vaccinati avevano un rischio basale di ictus significativamente più alto rispetto alle donne non vaccinate", si legge nella ricerca.

"Il vaccino antinfluenzale è noto per ridurre il rischio di infarto e ospedalizzazione per le persone con malattie cardiache. Ora sappiamo che ha qualità protettive anche contro l'ictus", afferma Michael Hill, autore dello studio.

Per Jessalyn Holodinsky, primo firmatario della ricerca, "la vaccinazione antinfluenzale potrebbe essere anche valutata tra le strategie di salute pubblica per prevenire l'ictus".





mercoledì 28 settembre 2022

Wurstel contaminati, allarme listeriosi in diverse regioni


"Resta alta l'attenzione a seguito dell'aumento di casi clinici di listeriosi alimentare registrati in diverse regioni italiane, dovuti alla contaminazione di alimenti da parte del batterio Listeria".

Lo spiega il Ministero della Salute, precisando che le verifiche, effettuate dal gruppo di lavoro istituito per fronteggiarne la diffusione, hanno rilevato una correlazione tra alcuni dei casi clinici e la presenza del batterio in wϋrstel di pollo prodotti dalla ditta Agricola Tre Valli.

La presenza del ceppo di Listeria ST 155 è stata confermata anche da campionamenti effettuati presso lo stabilimento. L'azienda ha avviato tutte le misure a tutela del consumatore con il ritiro dei lotti risultati positivi (1785417 e 01810919) e, in applicazione del principio di massima precauzione, di tutti quelli prodotti prima del 12 settembre 2022.

Al momento sono in atto ulteriori indagini anche su altri tipi di prodotti che potrebbero essere correlati ai casi umani di listeriosi.

Dal 2020 a oggi sono tre le persone decedute e 66 i casi clinici di listeriosi identificati in Italia. I decessi sono avvenuti a dicembre 2021, marzo 2022 e giugno 2022 in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e tutti hanno riguardato persone immunocompromesse o particolarmente fragili. A precisarlo all'ANSA sono fonti del Ministero della Salute. La sorveglianza del ceppo del batterio listeria (ST 155) è iniziata nel 2020 a seguito di una serie di casi che si sono verificati in molte regioni e che sono stati identificati perché i pazienti avevano chiesto assistenza medica. Solo una parte di questi ha richiesto il ricovero.

Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi, è un batterio che può essere presente nel suolo, nell'acqua e nella vegetazione e può contaminare diversi alimenti come, latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, insaccati poco stagionati. La principale via di trasmissione per l'uomo è quella alimentare.

La gravità dei sintomi va da forme simil-influenzali o gastroenteriche, accompagnate a volte da febbre elevata fino a forme setticemiche, meningiti o aborto che possono verificarsi nei soggetti debilitati o immunodepressi. La listeria resiste molto bene alle basse temperature e all'essiccamento mentre è molto sensibile alle usuali temperature di cottura domestica degli alimenti.





lunedì 19 settembre 2022

Bimbi nati pre-termine più a rischio di disturbi attenzione


Nascere con qualche settimana di anticipo aumenta il rischio di sviluppare disturbi da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). È quanto emerge da uno studio della Rutgers University, pubblicato sul Journal of Pediatrics.

Lo studio ha analizzato i dati riguardanti circa 1.400 bambini nati negli Stati Uniti tra il 1998 e il 2000 e in un follow up a 9 anni li ha incrociati con gli elementi emersi dalle interviste con le madri e gli insegnati, ai quali stato chiesto di valutare i propri studenti utilizzando una scala di valutazione che include sintomi di iperattività, Adhd, comportamento oppositivo e problemi cognitivi o disattenzione.

L'analisi ha fatto emergere che i bambini nati a 37-38 settimane avevano punteggi significativamente più alti nelle scale di valutazione degli insegnanti per iperattività, Adhd e problemi cognitivi o disattenzione rispetto ai bambini a 39-41 settimane.

In particolare, i ricercatori hanno scoperto che a ogni settimana di età gestazionale a termine in più corrispondeva una riduzione del 5-6% dei punteggi di iperattività, Adhd e problemi cognitivi.

La nascita a 37-38 settimane era associata a punteggi di iperattività più alti del 23% e a punteggi Adhd più alti del 17% rispetto alla nascita tra 39 e 41 settimane.

"I risultati si aggiungono alle prove già esistenti che raccomandano di ritardare i parti elettivi almeno fino a 39 settimane di gestazione e suggeriscono che screening regolari per i sintomi dell'Adhd sono importanti per i bambini nati tra la 37 e la 38 settimana", ha affermato Nancy E. Reichman, tra gli autori dello studio.





venerdì 2 settembre 2022

Via libera dell'Ema a vaccini adattati per Omicron


Il comitato per i medicinali umani dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha raccomandato di autorizzare due vaccini adattati per fornire una protezione più ampia contro il Covid-19.

Si tratta di Comirnaty Original/Omicron BA.1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1, di Pfizer Biontech e Moderna.

Sono destinati a persone di età pari o superiore a 12 anni che hanno ricevuto almeno la vaccinazione primaria contro Covid-19. Lo annuncia l'Ema.

L'Ema darà ok il primo oki ai vaccini adeguati alla variante Omicron. Il 5 settembre si pronuncerà l'Aifa. Intanto tornano a calare nell'ultima settimana i casi di Covid-19 in Italia (-15,8%). In calo anche le terapie intensive (-11%), i ricoveri ordinari (-14,9%) e i decessi (-24,4%)





martedì 9 agosto 2022

Caldo, Ministero Salute: dal 1 al 15 luglio +21% di mortalità


Le ondate di calore hanno portato a un eccesso di mortalità che nelle due settimane comprese tra il 1 e 15 luglio ha fatto registrare un incremento del 21% rispetto alle previsioni: calcolatrice alla mano, +733 morti in tutto. Secondo quanto emerge dai “Risultati dei sistemi di allarme del Sistema di Sorveglianza della Mortalità Giornaliera” nell’ambito del “Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore” del Ministero della Salute, gli aumenti più significativi si sono verificati proprio in quelle città dove più forti sono state le ondate di calore: in particolare a Brescia (+31%), Bologna (+22%), Firenze (+22%), Roma (+28%), Viterbo (+52%), Latina (+72%), Napoli (+27%), Cagliari (+51%), Bari (+56%), Palermo (+34%), Catania (+35%), Catanzaro (+48%). Anche a Torino si è registrato un eccesso di mortalità sebbene non si siano registrate condizioni di ondata di calore ma solo giorni isolati di caldo.

Un trend al rialzo iniziato già nella seconda metà di maggio, quando la mortalità è risultata complessivamente superiore all’atteso del 10%, con un eccesso significativo che si è registrato a Brescia, Roma, Pescara, Bari e Potenza. Stessa situazione anche nel mese di giugno che complessivamente ha fatto registrare una mortalità del 9% superiore all’atteso. Un incremento anche in questo caso almeno in parte attribuibile all’esposizione alle elevate temperature registrate, con aumenti significativi soprattutto a Torino (+11%), Roma (+13%), Napoli (+15%), Bari (+23%), Palermo (+19%) e Catania.

In generale, i grafici dell’andamento della temperatura e della mortalità giornaliera evidenziano in alcune città del nord (Torino, Milano) un incremento della temperatura nella terza settimana di giugno a cui risultano associati picchi di mortalità. Mentre in diverse città del centro-sud (Roma, Latina, Campobasso, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo e Catania) si osservano diversi giorni di incremento della mortalità associato all’incremento della temperatura registrato dal 26 giugno e nelle prime 2 settimane di luglio. I grafici dell’andamento della temperatura e degli accessi in PS evidenziano nelle ultime 2 settimane di giugno un incremento degli accessi a Milano, Venezia, Bologna e Ancona.





mercoledì 6 luglio 2022

Ecco la lente telescopica intraoculare per tornare a vedere


Una lente telescopica intraoculare che permette ai pazienti ormai prossimi alla cecità di tornare a vedere da vicino è stata impiantata per la prima volta in Puglia al Policlinico di Bari. I primi due interventi sono riusciti con successo e nelle prossime settimane le pazienti potranno effettuare in autonomia spostamenti e tornare a svolgere attività quotidiane come utilizzare il cellulare per comunicare. A eseguire gli impianti è stata l’equipe del prof. Francesco Boscia, ordinario di oftalmologia, con le dottoresse Maria Oliva Grassi, Valentina Pastore e l’ortottista Marina Piepoli. Il sistema tecnicamente impiegato è il SING IMTTM (Smaller-Incision New-Generation Implantable Miniature Telescope).

La lente telescopica consente un ingrandimento di 2,7 volte e si impianta all’interno dell’occhio al posto del cristallino con cataratta, in anestesia locale. L’innovazione in campo tecnologico è stata fortemente voluta dal professor Giovanni Alessio, direttore dell’unità operativa di operativa di Oculistica e Oftalmologia universitaria, che aveva già inaugurato un processo di ammodernamento con l’apertura del Centro di Terapie Intravitreali, centro di eccellenza, unico in Italia, nella gestione dei pazienti sia con la maculopatia umida, che con retinopatia diabetica e occlusioni vascolari.

“Questa particolare lente intraoculare – spiega il professor Alessio – potrebbe costituire una svolta nella qualità di vita di tantissimi pazienti. L’intervento con lente telescopica è per ora destinato a pazienti resi ipovedenti dalla degenerazione maculare senile nella sua forma secca, che costituisce la principale causa di cecità nel mondo”. I pazienti che possono ricorrere a questo tipo di intervento sono seguiti attraverso il Centro di educazione e riabilitazione visiva per ipovedenti (Cervi) o l’associazione dei pazienti affetti da Maculopatia Apam, di cui è responsabile il dottor Vincenzo Lorusso.



venerdì 17 giugno 2022

Firmato contratto 550mila sanitari, aumento 90 euro


Rinnovato il contratto di lavoro dei circa 550mila dipendenti della Sanità pubblica del Servizio sanitario nazionale. E' stata infatti sottoscritta nella tarda serata di ieri l'ipotesi di rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori del comparto sanità, dagli infermieri ai radiologi al personale amministrativo, oltre, tra gli altri, a ostetriche e ricercatori.

Il primo risultato raggiunto, affermano i sindacati, è un riconoscimento sul fronte economico: l'aumento minimo medio lordo mensile è infatti di 90 euro, ma sono anche previste specifiche indennità di categoria.

Il contratto ha una vigenza 2019/2021 e interessa precisamente 545 mila lavoratrici e lavoratori. L'accordo è stato firmato da Aran e dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up che esprimono "grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo". Con questo rinnovo, "a fronte delle risorse stanziate dal governo - affermano i sindacati - riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l'emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario e la salute dei cittadini.

Le risorse per il rinnovo del contratto ammontano a 241,6 milioni, che finanzieranno l'indennità del personale assegnato ai servizi di pronto soccorso, il trattamento accessorio e il nuovo ordinamento professionale. Ciò comporterà un aumento economico per i dipendenti. Ora il contratto sarà trasmesso dall'Aran al Comitato di Settore per il parere, al Governo per eventuali osservazioni e alla Corte dei conti per la certificazione dei costi.

Varie le novità, oltre agli aumenti economici. Il contratto prevedrà pure 'incarichi di posizione elevati' con bonus di indennità da 10 a 20mila euro. Tali posizioni saranno assegnate tramite concorso pubblico.





lunedì 30 maggio 2022

Il pomodoro geneticamente modificato per avere la vitamina D


“Potenziare” i pomodori, aumentando la quantità di vitamina D. Questo l'obiettivo di un gruppo scienziati del Regno Unito, che il mese prossimo inizieranno le sperimentazioni in campo aperto di queste coltivazioni, le cui piante sono state create apportando minuscole modifiche a un gene, già presente nell'alimento. In caso di successo, sostengono gli studiosi, questi pomodori potrebbero rappresentare una nuova importante fonte alimentare di vitamina D, al pari di due uova o di un cucchiaio di tonno.

La sperimentazione, pubblicata su Nature Plants, nasce dalla verifica che circa il 13-19% dei britannici ha bassi livelli di vitamina D, necessaria per mantenere in salute ossa, denti e muscoli. La principale fonte di questo nutriente deriva in realtà dall'esposizione della pelle alla luce solare, che converte la provitamina D3 in una forma attiva di vitamina D, utilizzabile dal nostro organismo. 

Nel Regno Unito, così come in altri Paesi del Nord Europa, la luce solare è insufficiente per gran parte dell'anno. Si rende dunque necessario integrare tramite prodotti alimentari, come pesce azzurro, carne rossa, tuorli d'uovo, o per mezzo di integratori, che contengono di solito lanolina, ricavata dalla lana di pecora. Tutti prodotti non utilizzati dai vegani, perché di derivazione animale. I pomodori sono stati selezionati per la sperimentazione, dato che sono “un alimento ampiamente accessibile e facilmente consumabile", ha dichiarato al Guardian Guy Poppy, professore di ecologia presso l'Università di Southampton.





domenica 22 maggio 2022

Obesità infantile emergenza sociale. In 40 anni 120 mln bimbi


Negli ultimi quattro decenni, il numero di bambini e adolescenti con obesità è aumentato di oltre dieci volte. In 40 anni (dal 1975 al 2016) bambini e adolescenti obesi sono passati da 5 a 50 milioni tra le femmine e da 6 a 74 milioni tra i maschi (Nature Metabolisme 2020). In totale oggi si contano circa 120 milioni di bambini e adolescenti obesi nel mondo. 

Un problema particolarmente rilevante per la salute futura se si considera che il 40% dei bambini obesi diventeranno adolescenti obesi, e che l’80% degli adolescenti obesi saranno adulti obesi. I pediatri, riuniti a Sorrento al 77° Congresso Italiano di Pediatria, tornano a lanciare l’allarme su una delle sfide più rilevanti per la salute pubblica del nostro secolo.

In Italia, uno dei Paesi europei con il più alto tasso di prevalenza dell’obesità infantile, preceduta solo da Cipro, Spagna e Grecia, i bimbi con obesità sono il 9,4% del totale e quelli in sovrappeso circa il 20%. E la pandemia non ha fatto che peggiorare la situazione, a causa della sospensione delle attività sportive e del maggior consumo di alimenti calorici. Secondo una survey condotta nel 2020 ad aver mangiato peggio, ossia di più e cibi meno sani, sono stati proprio i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 12 e 18 anni.

“L’obesità – spiega la Presidente della Società italiana di pediatria, Annamaria Staiano – è un modello precursore di malattie croniche che il Servizio Sanitario Nazionale deve affrontare in epoche successive della vita. Occorre investire sulla prevenzione di questa emergenza sociale e delle sue complicanze. Sono infatti in aumento anche le malattie correlate, tra cui il diabete di tipo 2, in crescita tra i bambini e che paradossalmente in passato veniva chiamato diabete dell’adulto”. 





sabato 30 aprile 2022

Covid: isolata al San Gerardo di Monza la variante Omicron 4


È stata isolata e genotipizzata presso il laboratorio di Microbiologia dell'Ospedale San Gerardo di Monza, diretto dalla dottoressa Annalisa Cavallero, la variante BA.4, la nuova sottovariante di Omicron al vaglio dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Lo rende noto lo stesso San Gerardo.

"La nuova variante del virus SARS-CoV-2 - si legge nella nota - è stata identificata poche ore fa e fino ad oggi non era ancora stata sequenziata in Italia". Il laboratorio, che porta quotidianamente avanti il lavoro di genotipizzazione del virus, è inserito nella rete lombarda e italiana dei laboratori che si occupano di identificazione e isolamento delle varianti. 

"Trovare con rapidità varianti è fondamentale per improntare al meglio le cure - sottolinea il direttore generale della ASST Monza Silvano Casazza -. In questa particolare circostanza sono orgoglioso del lavoro svolto dal nostro laboratorio, tra i primi in Italia per qualità".

"Mi complimento con il laboratorio di Microbiologia dell'Ospedale San Gerardo di Monza - commenta la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti -, una vera eccellenza della ricerca e che conferma la vigilanza attenta e massima che Regione Lombardia mantiene sul Covid-19".





domenica 17 aprile 2022

Una misteriosa epatite sta colpendo i bambini in Gran Bretagna


Sono 74 i casi di epatite acuta infantile segnalati nel Regno Unito e in Irlanda, caratterizzati da sintomatologia grave ma privi di un'eziologia nota. Riportati sul sito ufficiale dell'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), questi episodi si sono verificati in Regno Unito, in Irlanda e in Spagna, e l'ente internazionale conferma che sono state avviate le indagini per ricostruire le motivazioni alla base delle manifestazioni acute di epatite.

Il 5 aprile l'International Health Regulations (IHR) National Focal Point (NFP) per il Regno Unito ha notificato all'Oms dieci casi di epatite acuta grave, con eziologia sconosciuta in bambini clinicamente sani provenienti dalla Scozia centrale. I pazienti avevano un'età compresa tra gli 11 mesi e i cinque anni.

Tra i sintomi più comuni, gli esperti segnalavano ittero, diarrea, vomito e dolore addominale. Nell'arco di tre giorni, il numero di episodi simili in tutto il regno Unito è salito a 74. Sono stati esclusi ceppi virali associati all'epatite A, B, C, D, ed E. Alcuni casi hanno richiesto il trasferimento a reparti epatici pediatrici specializzati e sei bambini sono stati sottoposti a trapianto di fegato.

Secondo i dati aggiornati all'11 aprile non si sono verificati decessi, ma l'ente internazionale avverte che, visto il tasso di contagio, potrebbero emergere nuovi casi. Nel frattempo, sebbene sia stato rilevato un possibile collegamento epidemiologico, l'eziologia di queste epatiti è ancora considerata sconosciuta e rimane oggetto di indagine attiva.

A livello internazionale, sono stati segnalati meno di cinque episodi simili in Irlanda, e tre casi in Spagna. Sono in corso ulteriori approfondimenti da parte delle autorità sanitarie nazionali, che avranno lo scopo di individuare il momento del contagio in modo da ottimizzare le strategie di prevenzione.

"Il Regno Unito - si legge sul sito dell'Oms - ha segnalato un recente aumento significativo e inaspettato dei casi di epatite acuta grave di eziologia sconosciuta nei bambini piccoli. Sebbene il potenziale ruolo dell'adenovirus e/o di SARS-CoV-2 nella patogenesi di questi casi rappresenti un'ipotesi, è necessario proseguire gli studi e individuare i fattori infettivi e non infettivi da considerare per valutare e gestire correttamente il rischio".

L'Organizzazione mondiale della sanità aggiunge che potrebbero emergere nuovi episodi, visto il tasso di insorgenza di queste epatiti, per cui è fondamentale indirizzare gli sforzi per individuare possibili cause scatenanti. "Identificare l'eziologia di queste epatiti rappresenta una priorità assoluta - prosegue l'Oms - eventuali collegamenti epidemiologici tra i casi potrebbero fornire indicazioni utili a rintracciare l'origine della malattia. Nel frattempo sconsigliamo l'introduzione di limitazioni ai viaggi internazionali. Le informazioni attualmente disponibili non giustificano un aumento delle restrizioni". 





martedì 5 aprile 2022

Antibiotici, meno super-batteri con trattamenti più brevi


Nei bambini con polmonite, dimezzare la durata del trattamento con antibiotici non fa perdere efficacia alla cura ma riduce il rischio di sviluppare antibiotico-resistenza. È quanto emerge da uno studio della Yale School of Public Health pubblicato su mBio.

"Definire la durata ottimale della terapia antibiotica per la polmonite pediatrica è stata un'area prioritaria per la ricerca.
   
Studi recenti hanno dimostrato che 5 giorni possono essere efficaci quanto 10 giorni di terapia per le forme non complicate", spiegano i ricercatori, che hanno valutato gli effetti di questo approccio su 171 bambini tra i 6 e i 71 mesi curati per una polmonite in otto ambulatori pediatrici americani. Tutti hanno ricevuto la prescrizione di comuni antibiotici (per esempio amoxicillina o l'associazione amoxicillina-acido clavulanico). Tuttavia la metà è stata curata con un ciclo più lungo (10 giorni), l'altra un ciclo di trattamento breve (5 giorni).

I ricercatori hanno osservato che, a parità di efficacia del trattamento, i bambini che avevano ricevuto un trattamento più breve, al tampone della gola, mostravano minori indicatori di resistenza agli antibiotici, per esempio quei geni che fanno acquisire ai batteri la capacità di eludere la risposta ai farmaci. Inoltre, conservavano popolazioni di batteri buoni più abbondanti nell'intestino.

"Nel periodo 2014-2015, in USA sono state effettuate 931.748 prescrizioni di antibiotici per la polmonite in persone di età inferiore ai 20 anni", scrivono i ricercatori. L'adozione di cicli di trattamento di 5 giorni "potrebbe portare a una riduzione dell'esposizione agli antibiotici di circa 5 milioni di giornate nei bambini statunitensi" con vantaggi "sia per i singoli bambini sia per i membri della comunità in generale", concludono. 





mercoledì 2 marzo 2022

Retina artificiale più vicina per gravi forme di maculopatia


Sempre più vicini alla retina artificiale per combattere la prima causa di cecità e ipovisione nel mondo occidentale: è partito infatti in Europa un trial clinico di fase avanzata per testare in via definitiva l'efficacia di un microchip retinico nel ripristinare in parte la visione di pazienti legalmente non vedenti per una malattia degenerativa e incurabile della retina, la degenerazione maculare di tipo atrofico in stadio terminale.

Si tratta dello studio multicentrico PRIMAvera, che vede l'Italia capofila con il Consorzio comprendente l'Università di Roma Tor Vergata e il Presidio Britannico presso l'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. PRIMAvera arruolerà in tutto 38 pazienti - 5 in Italia. 

"I risultati preliminari di PRIMAvera sono attesi entro fine anno - afferma in un'intervista Andrea Cusumano di Tor Vergata, Direttore scientifico e Responsabile del trial in Italia - mentre per la valutazione complessiva dello studio ci vorranno 3 anni".





sabato 5 febbraio 2022

"L'iPhone 12 troppo vicino può disattivare il pacemaker"


In rari casi, se lo smartphone viene tenuto a meno di un centimetro dal cuore, il magnete presente nell’iPhone 12 può attivare l’interruttore magnetico di pacemaker e defibrillatori impiantabili, ed è quindi molto importante attenersi alle indicazioni fornite dai produttori di dispositivi medici e della Apple stessa secondo cui deve essere mantenuta una distanza di almeno 15 cm tra un telefono cellulare e il dispositivo. Lo ha dimostrato uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità appena pubblicato dalla rivista Pacing and Clinical Electrophysiology.

Nel febbraio 2021 alcuni dati presenti nella letteratura scientifica e ripresi dalla stampa non specializzata indicavano la possibilità che il magnete utilizzato nello smartphone potesse attivare l’interruttore magnetico presente nel defibrillatore, disattivando la terapia prevista in caso di aritmia ventricolare.

Questo studio dell’Iss è il primo a valutare in laboratorio l'interferenza magnetica dell'iPhone 12 e dei suoi accessori MagSafe su un campione rappresentativo dell’attuale mercato italiano di pacemaker e defibrillatori impiantabili, incluso il defibrillatore sottocutaneo.

Inoltre, per la prima volta, i fenomeni di interferenza magnetica sono stati accuratamente correlati ai livelli di campo magnetico misurati attorno all'iPhone 12. 

I ricercatori hanno valutato i pacemaker e i defibrillatori impiantabili dei principali produttori mondiali (Abbott, Biotronik, Boston Scientific, Medico, Medtronic, Microport), utilizzando un simulatore di battito cardiaco. I risultati hanno mostrato che, in alcuni casi, il magnete presente nell’ iPhone 12 può attivare involontariamente l’interruttore magnetico nel campione di pacemaker e defibrillatori impiantabili che è stato valutato.

Il fenomeno è stato osservato fino ad una distanza massima di 1 centimetro.  Va comunque sottolineato che l'attivazione della modalità magnetica è stata osservata solo in alcune specifiche posizioni dell'iPhone rispetto al dispositivo e che nella maggior parte delle posizioni il fenomeno non si innesca.

Il campo magnetico generato dal magnete interno all’iPhone12, misurato dai ricercatori ISS, è risultato essere maggiore del valore a cui i pacemaker e i defibrillatori impiantabili devono essere immuni

“L’attivazione non voluta dell’interruttore magnetico può raramente accadere anche in altre situazioni di vita comune in presenza di magneti - sottolineano gi autori - ma data la grande diffusione dell’iPhone 12 e l’abitudine di mettere lo smartphone nel taschino, l'attivazione involontaria della modalità magnete provocata da iPhone 12 può essere meno rara”.

Oltre a seguire le indicazioni sulla distanza, concludono i ricercatori, sarebbe opportuno avvertire il paziente rispetto a questa caratteristica unica dell’Phone12 e valutare questo potenziale rischio in futuro per i nuovi modelli di smartphone. 





venerdì 28 gennaio 2022

Nuovi studi confermano l'efficacia del vaccino nasale anti-Covid


Un altro passo avanti per il nuovo vaccino proteico a somministrazione nasale. Nuovi risultati preclinici ottenuti con la variante Delta questo inverno dimostrano la sua potenziale efficacia contro il SARS-CoV-2. Guidato dal gruppo di ricerca francese BioMAP, dall'unità di ricerca congiunta Infectiology and Public Health (ISP) gestita dall'INRAE e dall'Université de Tours, questo progetto è sostenuto dal Ministero dell'Istruzione, della Ricerca e dell'Innovazione e accompagnato dall'ANRS Maladies infectieuses émergentes.

Test preclinici avevano dimostrato l'efficacia del vaccino dopo due immunizzazioni nasali somministrate a tre settimane di distanza, sia in termini di risposta immunitaria che di neutralizzazione precoce del virus originale e delle sue varianti, diminuendo notevolmente il rischio di contaminazione da parte di un individuo vaccinato.

I risultati di questo vaccino proteico non adiuvato sono stati confermati alla fine del 2021 da nuovi studi preclinici su roditori che ne hanno validato l'efficacia contro la variante Delta. Il vaccino, costituito dalla proteina spike e dalle proteine virali non mutate, proteggerebbe quindi dal ceppo attualmente in circolazione di SARS-CoV2 nonostante le mutazioni multiple.

Per accelerare lo sviluppo del progetto e consolidare gli annunci di investimento è stata creata la start-up francese LoValTech, etichettata Deeptech da BPI France e questa nuova societa' detiene ora una licenza esclusiva mondiale per sfruttare il brevetto sul vaccino, concesso dall'Universitè de Tours e dall'INRAE.

Obiettivo della start up è gestire il progetto dalle fasi di sviluppo della formulazione del vaccino fino alle sperimentazioni cliniche che portano al lancio sul mercato tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024. Il sostegno dell'ANRS Maladies infectieuses e'mergentes su questo candidato vaccino consentirà il consolidamento del progetto e il monitoraggio di tutte le fasi da svolgere fino al lancio sul mercato.





sabato 22 gennaio 2022

Tattoo, rischio inchiostro in linfonodi. Ecco come rimuoverli


"Dopo le nuove norme Ue più restrittive, sono in aumento le richieste di chi vuole rimuovere un tatuaggio, che si tratti di un nome, un simbolo, un'icona, trucco permanente o microblading, cioè il tatuaggio cosmetico che ridisegna sopracciglia, labbra e occhi".

A rilevarlo è Daniele Spirito, specialista in chirurgia plastica e docente presso la Scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica dell'Università di Milano, avvertendo che il tema non va affrontato con leggerezza: "I pigmenti colorati possono staccarsi dai disegni sottopelle e depositarsi nei linfonodi, sentinelle che si attivano in caso di virus, attacchi batterici e tumori.

Una nuova normativa europea, entrata in vigore il 4 gennaio, spiega l'esperto, "mette infatti al bando proprio gli inchiostri colorati per i tatuaggi e trucco permanente. Ad essere vietati non sono gli inchiostri di per sé ma i pigmenti colorati che contengono isopropanolo, sostanza presente nella maggior parte degli inchiostri per tatuaggi, aggiunta per renderli sterili". L'isopropanolo è classificato tra le sostanze potenzialmente cancerogene: "Le lesioni cutanee provocate durante i tatuaggi - afferma - possono infatti causare l'assorbimento di questa sostanza nell'organismo, con conseguenze negative. Il rischio, seppur basso, esiste. Per questo bisogna ricordare che le attività di rimozione di tatuaggi o microblading sono considerate mediche e in quanto tali devono essere eseguite da un medico". Purtroppo, sottolinea, "non abbiamo la gomma da cancellare ma esistono diverse tecniche in grado di scolorire gradualmente il tatuaggio fino a farlo scomparire, lasciando comunque quasi sempre un'impronta".

Quali sono allora i trattamenti per la rimozione meno invasivi e più efficaci?

1) Laser al neodimio: "E' la tecnica più utilizzata. Attraverso un impulso laser di brevissima durata si colpisce il pigmento. Frammentandosi in parti minuscole, l'inchiostro viene ingerito quindi dai globuli bianchi (macrofagi). Possono servire dalle 3-5 sedute alle 8-12 nei casi più difficili, a distanza di 4-8 settimane l'una dall'altra. La pelle potrebbe arrossarsi e sulla parte interessata potrebbero comparire vesciche, croste o desquamazione".

2) Il pico laser: "Questo è un laser di ultima generazione. L'emissione di energia con potenza elevatissima a impulsi brevissimi (Picosecondi) e le 3 lunghezze d'onda consentono di agire su colori differenti di pigmento tramite un puro effetto fotoacustico. Il laser lavora quindi in modo combinato eliminando diversi tipi di pigmenti colorati, a differenti profondità, con risultati eccezionali su tutti i tipi di tatuaggi multicolore e trucchi cosmetici".

3) Saladermoabrasione: "Si tratta di una vecchia tecnica, più economica, ancora utilizzata. La cute viene escoriata per il primo strato cutaneo. Si applica del sale macinato sulla ferita, questo ha il potere di assorbire il pigmento. Bisogna avere esperienza e professionalità. Non è fai da te".

4) Escissione diretta: "In caso il tatuaggio abbia delle dimensioni piccole l'escissione chirurgica in toto ha sempre la sua validità tenendo presente ovviamente l'ubicazione della inevitabile cicatrice".