lunedì 24 febbraio 2020

Coronavirus: Cina, altri 150 morti e 409 nuovi casi

La Cina ha riportato ieri altri 150 morti (erano stati 97 sabato) da coronavirus e 409 nuovi casi (648) di infezione accertati. Lo si legge nell'aggiornamento quotidiano fornito dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc). Sono sei le province della Cina che hanno abbassato il livello di emergenza contro l'epidemia del coronavirus, portandolo da 1, il più alto, a 2 o a 3: si tratta di Gansu, Liaoning, Guizhou, Yunnan, Shanxi e Guangdong. La mossa delle autorità locali segue l'invito rivolto ieri dal presidente Xi Jinping di un "ritorno ordinato" alle attività lavorative e produttive dopo la festività del Capodanno lunare, eccezionalmente prolungata per l'emergenza sanitaria.

Wuhan, epicentro del coronavirus, permette ai non residenti della città di partire se non hanno mostrato sintomi e non hanno mai avuto contatti con infetti: le nuove disposizioni delle autorità locali, allentano il blocco totale contro la diffusione dell'epidemia. In aggiunta, le persone non in quarantena che necessitano di trattamenti per malattie speciali possono anche loro partire in gruppi. Wuhan, capoluogo dell'Hubei con 11 milioni di abitanti, aveva sospeso i servizi di bus, metro, traghetti, aerei e treni in uscita dal 23 gennaio.

Il presidente Xi Jinping, in videoconferenza con 170mila funzionari di livello centrale, locale e militare, ha ammesso le "evidenti mancanze emerse" nei meccanismi di risposta alla crisi, in un rarissimo momento pubblico di autocritica della leadership comunista. L'epidemia "ha una capacità di trasmissione più veloce, più ampia di infezione ed è stata più difficile da prevenire e controllare", ha notato Xi, nel resoconto della tv statale Cctv. "Questa è una crisi per noi ed è un grande test", ha aggiunto nel giorno in cui all'estero sono esplosi potenti focolai in Corea del Sud, Italia e Iran.


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