venerdì 5 giugno 2020

Vendevano materiale terapia intensiva durante lockdown: 2 arresti

Materiale per intubare i pazienti sottratto ai reparti intensivi per essere rivenduto sul mercato, e ordini di acquisto ingigantiti approfittando dell'emergenza Coronavirus. E' quanto scoperto dai carabinieri e dalla Gdf di Saronno (Varese) che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per una farmacista 59enne, dirigente all'ospedale di Saronno, e un 49enne di Barlassina (Monza Brianza), amministratore di una società di dispositivi medici.

Per entrambi il reato contestato è peculato in concorso. L'uomo dovra' rispondere anche di autoriciclaggio. La misura cautelare, richiesta dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, scaturisce da un'indagine svolta dai militari dell'Arma di Varese, in collaborazione con le Fiamme gialle saronnesi, che hanno valorizzato la segnalazione del quadro dirigenziale responsabile delle farmacie ospedaliere dell'Asst Valle Olona. L'Azienda sanitaria, lo scorso mese di novembre, aveva rilevato una serie di ordinativi anomali partiti dalla farmacia ospedaliera di Saronno a firma della dirigente indagata.

Grazie alle attivita' investigative, accertamenti di natura tecnica, servizi di pedinamento e riscontri documentali, i finanzieri hanno scoperto che la dottoressa avrebbe acquistato presidi medici facendoli apparire come ordini effettuati nell'interesse e per conto dell'ospedale - addebitandone dunque i costi all'ente pubblico - mentre successivamente li consegnava all'imprenditore indagato, il quale a sua volta, attraverso la società, li rivendeva ad altri clienti, molto spesso altri ospedali pubblici, ignari della provenienza illecita.

Il materiale per intubazioni acquistato all'ospedale di Saronno (Varese) e che invece finiva sul mercato non era mai abbastanza per via dell'emergenza Coronavirus. Così il medico arrestato non esitava a sottrarlo. Lo si legge nell'ordinanza firmata dal gip, Luisa Bovitutti. "Mi dispiace per i pazienti, però...", afferma nelle intercettazioni "ha chiamato l'Anna (un'addetta, ndR) ...ho detto: mi spiace non ne ho". Successivamente "consegnava all'imprenditore arrestato con lei, le cinque batterie per laringoscopi che aveva di scorta".


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