lunedì 7 febbraio 2022

Lo strappo di Luigi Di Maio fa salire la pressione nel Movimento


Dopo giorni di tensioni e accuse tra i 5 Stelle, il ministro Luigi Di Maio prende l'iniziativa e scrive al presidente del M5S Giuseppe Conte e al 'garante' Beppe Grillo. Una lunga lettera per annunciare le sue dimissioni dal Comitato di garanzia del Movimento. Ma anche per ribadire la necessità di ascoltare "le tante voci esistenti, e mai reprimerle".

"Sono state giornate intense - scrive Di Maio - L'elezione del Presidente della Repubblica è un momento importante per la democrazia parlamentare, un momento in cui viene fatta una scelta che segna la storia della Repubblica per i successivi sette anni. Dopo la rielezione del presidente Sergio Mattarella, ho proposto di avviare una riflessione interna al Movimento. Penso che all'interno di una forza politica sia fondamentale dialogare, confrontarsi e ascoltare tutte le voci".

Il ministro degli Esteri, primo capo politico del M5s, ribadisce: "Tutte le anime, anche chi la pensa in maniera diversa, devono avere spazio e la possibilità di esprimere le proprie idee. E lo dico perché anche io in passato ho commesso degli errori su questo aspetto, errori che devono farci crescere e maturare. Sarebbe sbagliato, invece, fare passi indietro".

Di Maio sottolinea le tensioni dell'ultima settimana, che lo hanno contrapposto a Conte. "Tutti avranno notato - scrive - che in questi giorni il dibattito interno è degenerato, si è iniziato a parlare di scissioni, processi, gogne. Si è provato a colpire e screditare la persona. Mi ha sorpreso, anche perché è proprio il nuovo statuto del Movimento che mette l'accento sul rispetto della persona".

Il ministro cita anche il lavoro di mediazione attivato da più parti: "Ho apprezzato molto il tentativo di chi in questi giorni, a partire dai capigruppo e da Beppe Grillo, ha provato a favorire un dialogo sereno e super partes, tra diverse linee di pensiero".

Poi aggiunge: "Continuo a pensare che sia fondamentale confrontarsi dentro il Movimento, perché il Movimento è casa nostra, ed è fondamentale ascoltare le tante voci esistenti, e mai reprimerle".

Così Di Maio disegna il suo ruolo: "Io sarò tra le voci che sono pronte a sostenere il nuovo corso, mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa andrebbe migliorato. Qui si vince o si perde tutti insieme, perché siamo una comunità che si basa sulla pluralità di idee, soprattutto in questo momento difficile per il Movimento 5 Stelle, che deve però riuscire a trovare le soluzioni per difendere la dignità dei cittadini e sostenere il mondo produttivo ancora alle prese con la pandemia".

Poi chiama in causa Conte: "Spetta al presidente fare la sintesi e tracciare la strada da seguire. Ma l'ascolto è importantissimo". Ecco, dunque, perché ha maturato la decisione di lasciare il Comitato di garanzia: "Mi rendo conto che per esprimere queste idee, seppur in maniera propositiva e costruttiva, non posso ricoprire ruoli di garanzia all'interno del Movimento. Non lo ritengo corretto. Per questo motivo, ho deciso di dimettermi da presidente e membro del Comitato di Garanzia del MoVimento 5 Stelle".





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