giovedì 31 ottobre 2019

Twitter vieta tutti gli spot politici e Wall Street non apprezza

"Abbiamo preso la decisione di bloccare tutte le inserzioni pubblicitarie politiche a livello globale", ha annunciato Twitter e subito il titolo perde il 2,28% a Wall Street nelle contrattazioni after hours. "Questo non ha nulla a che fare con la libertà di espressione", ha affermato l'a.d. del social network Jack Dorsey. La svolta in casa Twitter arriva ad un anno dalle elezioni presidenziali americane del 3 novembre 2020 

"La pubblicità su Internet è molto potente ed efficace, ma comporta significativi rischi politici laddove può essere usata per influenzare voti", afferma Jack Dorsey, "Questo non ha nulla a che fare con la libertà di espressione. Ha a che fare con il pagare" per raggiungere il pubblico più ampio possibile e "questo ha significative ramificazioni che l'architettura democratica di oggi potrebbe non essere in grado di gestire", aggiunge.

Wall Street non prende bene la decisione di vietare tutte le inserzioni pubblicitarie politiche sul social network dei cinguettii e i titoli Twitter arrivano a perdere nelle contrattazioni after hours il 2,28%.

Del resto quanto accaduto con le presidenziali Usa del 2016, ma anche nel corso delle campagne elettorali in tanti Paesi europei e del mondo occidentale, hanno da tempo posto il problema del ruolo dei social network nei processi elettorali in primissimo piano, con Facebook e Twitter finiti spesso sul banco degli imputati.





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