venerdì 17 settembre 2021

35enne scopre che il suo ginecologo è anche il suo padre biologico


Una 35enne, Morgan Hellquist, ha scoperto che il suo ginecologo, dal quale si è fatta visitare per nove anni, è anche il suo padre biologico. E' accaduto a Rochester, negli Stati Uniti. Hellquist ha fatto causa al dottore, accusandolo di aver messo incinta la madre dopo averle detto che sarebbe stata inseminata da un donatore anonimo.

Hellquist ha spiegato di essere stata concepita tramite inseminazione artificiale. Sua madre si era rivolta all'uomo in questione, l'adesso 70enne Morris Wortman, proprio per sottoporsi al trattamento di fertilità. Le era stato detto che lo sperma era stato donato da "uno studente di medicina dell'Università di Rochester Medical Center". Invece, come poi dimostrato dal test del Dna, proveniva da Wortman.

Ad aprile, durante un appuntamento, Hellquist ha iniziato a sospettare che Wortman potesse essere il suo padre biologico. Secondo quanto riporta il Washington Post, infatti, il dottore le ha chiesto di togliersi la mascherina in modo tale da poter guardare meglio i suoi lineamenti, ha iniziato a parlarle di sé e ha invitato anche la sua attuale moglie a entrare nello studio per vedere la somiglianza. A quel punto, Hellquist ha iniziato a "indagare".

II mese successivo, la 35enne e uno dei suoi fratellastri hanno convinto la primogenita di Wortman a sottoporsi al test del Dna. L'esame ha confermato i sospetti della giovane.




giovedì 16 settembre 2021

Aifa, più farmaci antidepressivi al Nord, gli antidemenza al Centro


Dai farmaci per l'ipertensione a quelli per la tiroide, "il consumo dei farmaci è più elevato tra i soggetti residenti nelle aree più svantaggiate. e "si osservano livelli di consumo complessivamente più alti al Sud e nelle Isole per la maggior parte delle categorie terapeutiche.

Un trend inverso, con consumi maggiori nelle aree del Nord e minori al Sud, si osserva invece per i farmaci antidepressivi; infine, per i farmaci antidemenza, il tasso di consumo è più alto nelle province del Centro Italia". E' quanto rileva l'Atlante delle disuguaglianze sociali nell'uso dei farmaci per la cura delle principali malattie croniche, presentato oggi dall'Agenzia Italiana del Farmaco.

Incrociando indice di deprivazione, le prescrizioni farmaceutiche erogate e il contesto geografico, il rapporto esamina 12 patologie croniche per adulti e 3 dell'età pediatrica. "Sono i soggetti residenti nelle aree più deprivate a far registrare i più alti tassi di consumo pro capite" si legge. Pertanto, "la posizione socioeconomica non preclude l'accesso alle cure, ma è, al contrario, fortemente correlata con l'uso dei farmaci".

Questo "probabilmente a causa del peggior stato di salute di questi soggetti, che potrebbe essere associato a uno stile di vita non corretto".

Sulla base dei risultati osservati, il tasso di consumo di farmaci rispecchia la distribuzione geografica e per genere osservata dall'epidemiologia già nota delle malattie. Il rapporto conferma, infatti, che la depressione è il disturbo mentale più diffuso e che colpisce maggiormente le donne. Così come che la demenza è in continua crescita e colpisce circa 1.279.000 persone, di cui il 60-70% con Alzheimer. Mentre le patologie della tiroide sono fra i disturbi piu' comuni e sono le malattie piu' frequenti del sistema endocrino dopo il diabete. 




Sala: proposta per il premio Nobel per la pace alle donne afgane


Il sindaco di Milano sta valutando di formulare una proposta per candidare alle donne afgane il premio Nobel per la pace. “In Afghanistan le donne sono scese in strada per prime – ha detto Beppe Sala a margine dell’inaugurazione di una statua dedicata alla filantropa milanese Cristina Trivulzio di Belgiojoso – Propongo di fare partire da Milano la proposta per far dare il premio Nobel per la pace alle donne afgane che con coraggio scendono in piazza”.

“E’ una proposta estemporanea – ha spiegato il sindaco – ma nemmeno tanto. Ci sto pensando da qualche giorno. E’ veramente incredibile che nel momento di massima crisi di questo periodo le donne sono state le prima a scendere in piazza in Afghanistan. Con l’assessore del Corno troviamo la formula – ha concluso – per far partire questa proposta da Milano”.




martedì 14 settembre 2021

J-Ax minacciato dai no vax, "sono terroristi"


"Ho ricevuto delle minacce da alcuni NO-VAX che vogliono: 'Cercarmi, bastonarmi, investirmi e riempirmi di botte'. Quando la politica capirà che siamo di fronte a un gruppo di terroristi anti-italiani che si sta radicalizzando, sarà, come sempre, troppo tardi": J-Ax, che, dopo aver preso il Covid, si è fatto portavoce della campagna pro vaccini lo ha scritto su Instagram dove ha anche postato un video.

"Sono anti italiani perché più spazio hanno più rallenteranno il rilancio del nostro Paese - ha sottolineato nel lungo video ricordando che non è la prima volta che ha ricevuto minacce - Chiunque abbia amore per l'Italia dovrebbe combattere chi vuole la sua distruzione e i negazionisti vogliono distruggere gli italiani e l'Italia" "Capisco la paura che hanno le persone che non vogliono vaccinarsi.

Cosa credete, che noi che ci siamo vaccinati non abbiamo avuto dubbi? Non ci siamo detti 'magari la sfiga che qualcosa vada storto capita proprio a me'? ma l'abbiamo fatto - ha spiegato - , perché è un dovere civico, certo per la nostra salute ma anche per difendere la vostra salute, la salute del Paese e del mondo".

J-Ax ha definito i negazionisti "dei privilegiati che non hanno mai visto cosa fa il Covid". "Io - ha raccontato - non solo ho avuto il Covid in casa. Ho perso anche qualcuno di importante" aggiungendo che di Covid è morto il padre di Jad, l'altra metà con lui degli Articolo 31.

"Nessuno vuole togliere la libertà di nessuno. Si tratta solo - ha concluso - di rispettare la vita, il dolore e la morte delle persone perché questo è il Covid".




Apple corregge la falla che espone gli iPhone al rischio spionaggio


Apple ha rilasciato l'aggiornamento che corregge un punto debole del suo sistema operativo per iPhone, Mac e Apple Watch e che consente l'installazione di spyware. La falla che sarebbe quella utilizzata dagli hacker per infettare direttamente gli iPhone e gli altri dispositivi Apple senza alcuna azione da parte dell'utente.

"Questo aggiornamento fornisce importanti miglioramenti della sicurezza ed è consigliato a tutti gli utenti", si legge nella descrizione di iOS 14.8 per iPhone nell'App Store. La società di Cupertino ha risposto così alla denuncia del Citizen Lab dell'Università di Toronto, secondo il quale la società di software israeliana NSO Group da febbraio infetta i telefoni iPhone e gli altri dispositivi Apple.

Il gruppo israeliano è nell'occhio del ciclone da quando una mega-inchiesta internazionale ha rivelato che il software Pegasus è stato utilizzato per spiare i telefoni di attivisti per i diritti umani, giornalisti e persino capi di Stato. Lo spyware viene installato tramite il programma di messaggistica istantanea iMessage e interessa sia iOS (sistema operativo mobile) che MacOS (computer) e WatchOS (orologi).

Sfruttando la vulnerabilità del sistema, questo spyware viene installato senza che l'utente debba eseguire alcuna operazione e interessa tutte le versioni dei sistemi operativi eccetto quelle rilasciate appunto nelle ultime ore. Erano stati gli analisti di Citizen Lab a scoprire il problema analizzando il telefono di un attivista saudita che era stato infettato dallo spyware Pegasus di Nso Group. Pegasus consente all'autore di accedere alle attività del dispositivo contagiato, ma anche a fotocamera, microfono, fotografie, posizione, messaggi di testo, e-mail e chiamate senza che la vittima se ne renda conto. 

La società israeliana si occupa di sicurezza informatica, ma il suo software sarebbe utilizzato da diversi governi per ottenere l'accesso a telefoni e altri dispositivi di giornalisti, attivisti e rivali politici. In realtà gli esperti sostengono che l'utente medio di iPhone, iPad e Mac generalmente non deve preoccuparsi perché tali attacchi tendono a essere limitati a obiettivi specifici; ma la scoperta aveva comunque messo in allarme.




Sono le acque di falda la più vasta riserva idrica terrestre


Sono le acque di falda, e non i ghiacciai, la più grande riserva idrica del pianeta: si è scoperto infatti che nelle profondità della crosta terrestre, tra 2 e 10 chilometri di profondità, sono custoditi enormi bacini di acqua salata, pari a circa 20 milioni di chilometri cubi di acque di falda profonde, abbastanza da riempire 4800 Grand Canyon. E' più del doppio di quanto stimato finora, come indica la ricerca condotta dall'università canadese di Saskatchewan, con il coordinamento di Grant Ferguson, e pubblicata sulla rivista Geophysical Research.

Nei primi due chilometri di profondità della crosta terrestre si trovano circa 24 milioni di chilometri cubi di acqua di falda dolce, utilizzata per bere e irrigare, ai quali si aggiungono più sotto vasti bacini idrici di acqua salata, vecchia fino a miliardo di anni, rinchiusa nelle rocce. Sommandoli insieme, dicono i ricercatori, si arriva a una riserva d'acqua sotterranea di 44 milioni di chilometri cubi, la più grande sulla Terra, superiore al volume dei ghiacciai.

Anche se questa grande riserva d'acqua non può essere usata per bere o irrigare, è importante ottenere stime accurate dei suoi volumi per programmare attività diverse, come la produzione di idrogeno, la conservazione delle acque nucleari e la cattura di carbonio. I potenziali siti di deposito devono essere grandi abbastanza e isolati dalle falde di superficie per proteggerli da contaminazioni.

Poiché questi bacini profondi non sembrano essere collegati alle falde superficiali, si ritiene che in alcuni siti l'acqua salata di falda sia rimasta intrappolata per lunghi periodi. La circolazione di acque superficiali sotto i 2 chilometri di profondità è stata finora documentata in alcuni luoghi del Nord America, come le Montagne Rocciose nel Wyoming.

Oltre ad aiutare a ricostruire la storia della Terra, le acque antiche ospitano ecosistemi di microrganismi ancora attivi e possono fornire in questo modo elementi utili per cercare altri mondi potenziali abitabili fuori dalla Terra.




lunedì 13 settembre 2021

Il 24/9 Piano City Lecce, ospite d'onore Dardust


Le note magiche dei pianoforti e come scenario il fascino del barocco di Lecce, in un diluvio di bellezza sinestetica che metterà la città sulla stessa strada di Milano, New York, Amsterdam, Novi Sad, Palermo, Trieste, Pordenone, Napoli e Pesaro. 24 settembre 2021: sarà il giorno di Piano City Lecce, festival ispirato allo spettacolare format nato da un'idea del pianista tedesco Andreas Kern, apprezzatissimo in ambito internazionale per la sua capacità di innovare la musica.

Kern, che sarà a Lecce per tenere a battesimo il Preludio della rassegna, è stato infatti nell'ottobre 2010 l'artefice di Piano City Berlin, festival che ha coinvolto ben 70 pianisti di fama internazionale - tra i quali Ludovico Einaudi - che hanno portato la magia del pianoforte nei luoghi più rappresentativi della capitale tedesca. Da quell'esperienza, a maggio 2012, è nato Piano City Milano, che ha riscosso un successo senza precedenti "gemmandosi" in molte altre città italiane e del mondo. Oltre trecentocinquanta le candidature arrivate da tutto il mondo per Preludio-Piano City Lecce; solo quindici pianisti, però, si esibiranno dalle 17.30 in poi in alcuni tra i luoghi più suggestivi della città, regalando agli appassionati grandi momenti di musica classica, popolare, jazz e leggera.

Ospite d'onore del Preludio in piano solo, il compositore Dario Faini - in arte Dardust - tra i pianisti italiani più ascoltati al mondo con all'attivo 35 milioni di riproduzioni. La sua musica ha accompagnato eventi di richiamo internazionale come il Super Bowl e l'NBA All Star Game. Autore e produttore d'eccezione, ha firmato numerosi grandi successi italiani, vantando un palmares di oltre 60 dischi di platino.