martedì 1 giugno 2021

Brusca torna libero, tra gli artefici della strage di Capaci


L'ultimo abbuono di 45 giorni ha aperto a Giovanni Brusca le porte del carcere: fine pena è la formula d'uso che chiude i suoi tanti conti aperti con la giustizia. A 64 anni l'uomo che ha premuto il telecomando a Capaci e fatto sciogliere nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo è, con tutte le cautele previste per un personaggio della sua caratura criminale, una persona libera.

Anche se era un esito annunciato, la scarcerazione suscita comunque le reazioni più critiche.

I familiari delle vittime avevano già espresso le loro preoccupazioni quando si è cominciato a porre, già l'anno scorso, il problema di rimandare a casa un boss dalla ferocia così impetuosa da meritare l'appellativo di "scannacristiani". Nel suo caso sono stati semplicemente applicati i benefici previsti per i collaboratori "affidabili". Se ne era già tenuto conto nel calcolo delle condanne che complessivamente arrivano a 26 anni. Siccome il boss di San Giuseppe Jato era stato arrestato nel 1996 nel suo covo in provincia di Agrigento, sarebbe stato scarcerato nel 2022. Ma la pena si è ancora accorciata per la "buona condotta" dopo che a Brusca erano stati concessi alcuni giorni premio di libertà. Gli ultimi calcoli prevedevano la scarcerazione a ottobre. È arrivata anche prima.

Ora però si apre un caso complicato di gestione della libertà del boss e dei suoi familiari. I servizi di vigilanza, ma anche di protezione pure previsti dalla legge, dovranno tenere conto dell'enormità dei delitti e delle stragi che lo stesso Brusca ha confessato. Non solo ha ammesso di avere coordinato i preparativi della strage in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. Ha confessato numerosi delitti nella zona di San Giuseppe Jato. Ma ha soprattutto ammesso le sue responsabilità nel rapimento e nella crudele soppressione di Giuseppe Di Matteo il figlio tredicenne del collaboratore Santino Di Matteo. 



venerdì 28 maggio 2021

​Don Matteo sul set: Terence Hill accoglie new entry Raoul Bova


Partiranno lunedì 31 maggio a Spoleto le riprese di “Don Matteo 13”, la serie campione di ascolti prodotta da Luca e Matilde Bernabei per Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, con protagonista Terence Hill che inizierà a girare la nuova stagione nella cittadina umbra a partire da lunedì 7 giugno. 

Torna su Rai 1 il format di successo tutto italiano andato in onda la prima volta il 7 gennaio 2000 su Rai 1. La serie negli anni è stata una delle più seguite nella storia della fiction italiana e sempre più apprezzata in tutto il mondo, dalla Francia alla Finlandia, dall’America all’Australia. È un viaggio nella vita e nella società di oggi, tra delitti ed eroismi, generosità ed umorismo, con lo sguardo irriducibile di un uomo che crede nella possibilità di cambiare e perdonare. 

Al centro della serie, diretta da Francesco Vicario e Luca Brignone per 10 serate, ritroviamo Don Matteo, la Capitana e il Maresciallo, un triangolo capace di creare un racconto dove risate, emozioni e commozione convivono, dando vita ad un mondo unico. Accanto a loro ritroviamo Nardi, Natalina, Pippo, la piccola Ines e Anceschi, interpretato da Flavio Insinna, arrivato in città per un'occasione speciale. 

Insieme ad Anceschi arriverà anche sua figlia Valentina, una ragazza all’apparenza solare e piena di vita ma che nasconde in realtà un dolore nel suo passato. Quando scoprirà la verità, Anceschi farà fatica a riconoscere in lei la figlia che ha cresciuto. 

Tra le novità di questa nuova stagione, anche Raoul Bova, nei panni di un sacerdote al suo primo incarico.



Il paese di Bocelli è il più ricco d'Italia, in Lombardia il più povero


Lajatico, in provincia di Pisa, paese natale del tenore Andrea Bocelli, è il Comune più ricco d'Italia, Cavargna (Como) il più povero. E' quanto emerso dall'elaborazione effettuata dall'istituto di ricerca Intwig dei dati diffusi dal ministero dell'Economia e delle Finanze Mef. L'analisi riguarda i redditi del 2019.

L'analisi mostra una prima tendenza: il reddito imponibile pro capite prima della pandemia (al netto delle eventuali detrazioni) è risultato di 20.079 euro, sostanzialmente stabile rispetto al dato del 2018, che era di 20.049 euro.

Con un reddito di 46.216 euro pro capite, Lajatico occupa, dunque, il primo posto nella top 10 del 2019 dei Comuni più ricchi d'Italia, guadagnando una posizione rispetto all'anno scorso.

Seguono Basiglio e Cusago, entrambi in provincia di Milano. Tra le novità del 2019, l'entrata in top 10 di Bogogno (Novara), che guadagna 32 posizioni, e di Rubiera (Reggio Emilia), che balza dalla 336ma posizione del 2018 alla sesta del 2019.

Agli ultimi posti della classifica si posizionano i piccoli Comuni di confine Cavargna (Como), Val Rezzo (Como) e Valle Cannobina (Verbania) con un reddito medio rispettivamente di 6.243 euro, 6.657 e e 6.776 euro che, secondo Intwig, è "probabilmente dovuto all'economia transfrontaliera".

Il triangolo Milano-Bergamo-Monza si conferma il più ricco d'Italia, mentre Roma esce dalla top 10.

"Dai dati sui redditi degli italiani del 2019 - osserva Aldo Cristadoro, ad di Inwig - colpiscono in particolare due aspetti: la crisi delle grandi città, che vedono una contrazione del reddito medio (di oltre 100 euro) e la differenza di genere a livello salariale, con un reddito medio pro capite degli uomini di 23.711 euro e di 16.101 per le donne".



Siria: Assad rieletto con il 95,1% dei voti


Come era scontato, il presidente siriano Bashar al-Assad è stato rieletto alla guida del Paese per altri sette anni, con il 95,1% dei voti. L'annuncio è stato dato dal presidente del Parlamento di Damasco.

Il voto era stato aspramente criticato da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Europea che avevano definito le elezioni una farsa, per l'assenza di veri candidati di opposizione e di verifiche indipendenti sul processo. Assad aveva detto che queste accuse erano "prive di valore".  I due candidati rivali, Abdallah Abdallah e Mahmud Marei, che non avevano alcun credito presso l'opposizione, né visibilità in campagna elettorale, hanno ottenuto rispettivamente l'1,5% e il 3,3% dei consensi. 

Parlando in conferenza stampa, il presidente del Parlamento Hammoud Sabbagha ha affermato che 14,2 milioni di cittadini siriani hanno votato, sui 18,1 milioni che ne avevano diritto, ovvero il 76,64%. Bashar al-Assad è al potere dal 2000, quando prese il posto di suo padre Hafez.



giovedì 27 maggio 2021

Carla Fracci è morta, l’étoile della Scala si è spenta a 84 anni


E' morta Carla Fracci: l'étoile della Scala aveva 84 anni e da tempo lottava contro un tumore. E' stata una della ballerine più importanti al mondo. Legata indissolubilmente alla Scala di Milano, la Fracci nella sua lunga carriera ha portato il suo elegante talento sui palchi di tutto il mondo.  

Tra le interpretazioni memorabili della Fracci i ruoli romantici e drammatici, che l'hanno resa una stella in tutto il mondo. Con la sua grazia ha saputo dare forma e spessore a personaggi femminili memorabili come Giselle, La Sylphide, Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e Medea. Ha danzato coi più illustri partner del mondo della danza: dai ballerini russi Rudolf Nureyev e Vladimir Vassiliev,  passando per Paolo Bortoluzzi, fino ai più giovani Massimo Murru e Roberto Bolle.

Di umili origini, il padre era alpino e la madre operaia, Carla con il suo talento cristallino conquistò i teatri più importanti del mondo fino ad essere eletta nel 1981 "prima ballerina assoluta" dal New York Times. Eugenio Montale scrisse in suo onore la poesia "La danzatrice stanca", mentre Charlie Chaplin dopo averla vista le confessò emozionato: "You are wonderful".



mercoledì 26 maggio 2021

Strage funivia Stresa-Mottarone: tre fermi, anche il gestore


Tre persone sono state fermate stanotte nell'indagine sulla strage della Stresa-Mottarone: il gestore della funivia Luigi Nerini, il direttore e il capo operativo del servizio.

L'analisi dei reperti ha permesso agli inquirenti che indagano sull'incidente alla funivia del Mottarone di accertare che "la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso".

Lo ha spiegato il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, secondo cui il 'forchettone', ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso per "evitare disservizi e blocchi della funivia. Il sistema presentava delle anomalie e avrebbe necessitato un intervento più radicale con un blocco se non prolungato consistente".

I tre fermi disposti nella notte dalla Procura di Verbania nell'ambito delle indagini sull'incidente alla funivia del Mottarone sono "uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti che abbiamo svolto. Nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l'esito fatale". Lo ha spiegato il procuratore Olimpica Bossi, lasciando la caserma dei Carabinieri di Stresa, dove dal pomeriggio di ieri si sono svolti gli interrogatori.

A due giorni dall'incidente della funivia del Mottarone, che ha causato la morte di 14 persone, la Procura di Verbania ha iscritto alcune persone nel registro degli indagati. E' quanto trapela dagli interrogatori che si stanno svolgendo nella caserma dei carabinieri di Stresa, dove sono stati convocati alcuni dipendenti delle Ferrovie del Mottarone. Convocati come persone informate sui fatti, i dipendenti sono stati raggiunti da almeno due legali.



martedì 25 maggio 2021

Marchetti paralizzato a Ciao Darwin, in 4 rischiano il processo


È rimasto tetraplegico per aver perso l’equilibrio, saltando da un rullo all’altro nel corso del gioco «Genodrome» durante la trasmissione Ciao Darwin. Vittima Gabriele Marchetti, 56 anni, costretto su un letto dal 17 aprile del 2019 a causa dell’incidente per cui la procura ha chiuso le indagini, innanzitutto, nei confronti di due dirigenti di Rti (Reti televisive italiane, società confluita in Mediaset, nonché produttrice della trasmissione in onda su Canale5) con l’accusa di lesioni gravissime e violazione delle leggi inerenti la sicurezza sul lavoro. Stesse accuse il pm Alessia Miele estende ad altri due dirigenti, uno della società “Maxima” e l’altro della “Sdl 2005”, società che hanno partecipato alla produzione del programma.

Nel mirino della procura i rischi di un gioco svolto in una vasca, sottostante i rulli, profonda un metro e nove centimetri con un fondo rigido, e il mancato addestramento di Marchetti per superare la prova. Ora i quattro indagati rischiano di finire sotto processo, qualora entro venti giorni non depositino memorie difensive che convincano gli inquirenti a escludere la loro responsabilità. In particolare, a finire sotto inchiesta sono Sandro Costa e Massimo Porta, entrambi dirigenti di Rti quando è avvenuto il dramma. Costa è accusato di non aver adottato le necessarie misure di protezione, per non aver eseguito una completa valutazione dei rischi che avrebbe corso Marchetti nello svolgere il gioco.

Porta invece è indagato perché non avrebbe fornito a Marchetti lo specifico addestramento con personale specializzato. Sempre Porta, è anche accusato di non aver dato al concorrente le informazioni per valutare i rischi e i possibili danni della prova. L’elenco degli indagati comprende Massimiliano Martinelli, dirigente della società Maxima, accusato di non aver proceduto a un’adeguata progettazione della struttura, trascurando le conseguenze di una caduta. E’ indagata anche Giuliana Giovannotti, dirigente del gruppo “Sdl 2005” perché non avrebbe accertato l’idoneità di Marchetti come concorrente nello svolgimento della prova dei rulli.